Dopo quasi vent’anni di tregua ripartono gli scontri in quel fazzoletto di terra situato nel Caucaso meridionale che si chiama Nagorno-Karabakh, dove gli armeni molti anni fa hanno occupato con la forza parte del territorio azero. Ed è così che l’accordo di “cessate il fuoco” avvenuto all’epoca, dopo una guerra durata sei anni che aveva causato almeno 30.000 morti, in questi giorni sembra essere stato violato e come riferito dal governo azero vi sono stati almeno 12 morti nelle fila dei loro soldati in scontri a fuoco nella regione del Nagorno-Karabakh. Fonti interne al Ministero della Difesa azerodenunciano che l’attacco è avvenuto nella notte del primo d’agosto da parte di un gruppo di sabotatori armeni.
Si tratta di una tregua che come avevamo già sottolineato qualche mese fa era da tempo in bilico e invano i rappresentanti azeri in più occasioni avevano e continuano a chiedere anche l’aiuto di altri organismi internazionali che permettano di trovare un accordo più duraturo e soprattutto equo, considerando che come ci aveva già spiegato l’Ambasciatore dell’Azerbaijan in Italia Vaqif Sadiqov, già viceministro degli Esteri e già Ambasciatore in Austria, era preoccupato per i profughi, vittime di soprusi, pulizia etnica, spiegandoci che: “attualmente i profughi sono un milione circa, costretti a vivere in un territorio limitato dopo che Erevan ha occupato con la forza il 20% del territorio azero, dopo la disgregazione dell’U.R.S.S.”.
Che dire, ancora una volta nessuno parla di quello che sta accadendo in un Paese come l’Azerbaijan, così come si preferisce non toccare l’argomento dei nostri due marò ancora prigionieri in India, che ci sia la volontà in alcuni casi di chiudere naso, orecchie e bocca in favore di qualche Stato che ha una forza contrattuale ed economica più forte?
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