Come sempre nel nostro Paese si scopre che a stecchetto dobbiamo
rimanere solo noi cittadini, visto che giorno dopo giorno vengono alla luce i
reali costi che noi dobbiamo affrontare per mantenere quella classe politica
che dovrebbe fare i nostri interessi.
Oltre all’indennità che viene data ad ogni in questi giorni ci
vengono svelate altre cifre, quelle che riguardano i gruppi parlamentari, che sono lo strumento di organizzazione della presenza dei
partiti politici all'interno delle Camere. Gli eletti, poco dopo la prima
seduta dalla camera di appartenenza, devono dichiarare a quale gruppo
appartengono; se non lo fanno, o se per qualsiasi ragione non sono accettati da
alcun gruppo, confluiscono nel "gruppo misto". Il numero minimo
prescritto è di 20 deputati e 10 senatori: i regolamenti prevedono deroghe per
i partiti organizzati su tutto il territorio nazionale.
Ebbene a loro sono spettati solo per l’anno
2013 ben 32 milioni di euro prelevati dal bilancio della Camera, i dati
finalmente sono diventati trasparenti e così per la prima volta si sono potute
guardare le carte contabili delle rappresentanze partitiche a Montecitorio.
Ebbene la fetta maggiore di questi soldi che vengono prelevati
direttamente dalle tasche di noi cittadini tramite i famosi balzelli iniqui
vengono incassati dal Pd che riesce anche ad avanzarne di risorse economiche nonostante
siano segnalate spese ingenti per personale e attività di comunicazione. E così
sempre da questi dati scopriamo anche che il più parsimonioso è il gruppo del
M5S mentre il più spendaccione è quello di Forza Italia che esaurisce quasi
tutto l’assegno girato da Montecitorio.
Ricordiamo però che sempre nel bilancio 2013 della Camera si registra,
dati alla mano, una spesa complessiva da far raddrizzare i capelli in testa
anche ad un pelato, si parla di più di un miliardo di euro, il cui 75% viene
speso per il costo del lavoro e tra questi voci ci sono: ai deputati vanno 35
milioni di rimborsi per viaggi e soggiorni, rimborsi cui hanno diritto anche
gli ex onorevoli, ma per "soli" 900mila euro.
Ma dov’è finita la tanto pubblicizzata spending review, noi
un’idea ce l’abbiamo….
Redazione Roma
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