Quando la situazione si fa sempre più
tesa come sta accadendo in queste settimane il rischio che qualcuno dica
qualche parola in più del dovuto sembra essere normale e ad accadere in questi
giorni è capitato al delfino di Berlusconi: Giovanni Toti.
Durante un incontro infatti, dopo un
lungo discorso, il consigliere politico di Forza Italia si è lasciato sfuggire
forse qualche informazione di troppo su quel famoso patto al Nazareno creando non
pochi dissapori e stupore tra i presenti, tant’è che la notizia sembra aver
fatto trasalire anche lo stesso Berlusconi.
Vi chiederete cosa mai abbia potuto
dire che già non sapevamo. In realtà non era mai trapelato chi realmente avesse
scritto quel documento che siglava l’accordo e il patto tra i due leader e se
su alcuni social network qualcuno scherzava parlando del cane dell’ex
Cavaliere, Dudù, grazie a Toti scopriamo invece che la calligrafia sul
documento non corrisponde a quella di Berlusconi e si ipotizza invece che sia
quella di Verdini.
In poche
parole Berlusconi avrebbe solo acconsentito ad un patto scritto e quindi ideato
e concordato da Verdini e non da lui, in sintesi. Nulla di più facile, ma una
dichiarazione del genere che mette quindi in dubbio che il promotore e il
compilatore sia stato Berlusconi ha
immediatamente creato scompiglio tant’è che lo stesso Toti è stato costretto
a scrivere immediatamente un comunicato
nel quale con un parziale dietro front, ha spiegato che: "Si tratta di un
promemoria, di un foglio di lavoro, di appunti, e non so da chi sia stato
redatto ne in quale tempo".
A
cogliere di sorpresa i presenti era stato però come Toti fosse entrato nei
dettagli quando spiegando l’accordo aveva dichiarato di averlo e visto e che si
trattava di “un semplicissimo foglio di carta che prevede alcune tappe
schematiche del processo di riforma. E’ una cosa semplicissima nella sua
banalità, un appunto scritto a penna sulle cose da fare: la legge elettorale
per cui la partenza era il modello spagnolo, e riguardo il Senato prevedeva tre
clausole: la non elettività, il non compenso, e la fine del bicameralismo,
ovvero la doppia approvazione delle leggi".
Il
giallo di chi avrà scritto l’accordo o gli appunti rimarrà ben nascosto nelle
stanze del potere, ma quello che ci chiediamo è se il risultato di questo patto
vedrà mai la luce nelle Aule parlamentari vista l’aria che tira..
G.M.
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