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lunedì 28 luglio 2014

Più Politica - Il giallo del ‘patto del Nazareno’ scritto da…

Quando la situazione si fa sempre più tesa come sta accadendo in queste settimane il rischio che qualcuno dica qualche parola in più del dovuto sembra essere normale e ad accadere in questi giorni è capitato al delfino di Berlusconi: Giovanni Toti.

Durante un incontro infatti, dopo un lungo discorso, il consigliere politico di Forza Italia si è lasciato sfuggire forse qualche informazione di troppo su quel famoso patto al Nazareno creando non pochi dissapori e stupore tra i presenti, tant’è che la notizia sembra aver fatto trasalire anche lo stesso Berlusconi. 

Vi chiederete cosa mai abbia potuto dire che già non sapevamo. In realtà non era mai trapelato chi realmente avesse scritto quel documento che siglava l’accordo e il patto tra i due leader e se su alcuni social network qualcuno scherzava parlando del cane dell’ex Cavaliere, Dudù, grazie a Toti scopriamo invece che la calligrafia sul documento non corrisponde a quella di Berlusconi e si ipotizza invece che sia quella di Verdini.

In poche parole Berlusconi avrebbe solo acconsentito ad un patto scritto e quindi ideato e concordato da Verdini e non da lui, in sintesi. Nulla di più facile, ma una dichiarazione del genere che mette quindi in dubbio che il promotore e il compilatore sia stato  Berlusconi ha immediatamente creato scompiglio tant’è che lo stesso Toti è stato costretto a  scrivere immediatamente un comunicato nel quale con un parziale dietro front, ha spiegato che: "Si tratta di un promemoria, di un foglio di lavoro, di appunti, e non so da chi sia stato redatto ne in quale tempo".
A cogliere di sorpresa i presenti era stato però come Toti fosse entrato nei dettagli quando spiegando l’accordo aveva dichiarato di averlo e visto e che si trattava di “un semplicissimo foglio di carta che prevede alcune tappe schematiche del processo di riforma. E’ una cosa semplicissima nella sua banalità, un appunto scritto a penna sulle cose da fare: la legge elettorale per cui la partenza era il modello spagnolo, e riguardo il Senato prevedeva tre clausole: la non elettività, il non compenso, e la fine del bicameralismo, ovvero la doppia approvazione delle leggi".


Il giallo di chi avrà scritto l’accordo o gli appunti rimarrà ben nascosto nelle stanze del potere, ma quello che ci chiediamo è se il risultato di questo patto vedrà mai la luce nelle Aule parlamentari vista l’aria che tira..


G.M.

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