Nessuno ne
parla, ma proprio qualche giorno fa, il 10 luglio c’è chi ha ricordato quel
sabato di 38 anni fa quando per la prima volta nel nostro Paese accadde
qualcosa che scosse la popolazione, il disastro di Seveso.
Ricordiamo
che ancora oggi gli esperti annoverano, dopo
quelli di Bhopal e di Chernobyl, quello di Seveso come uno dei più gravi
disastri ambientali provocati dalla superficialità dell’uomo nell'utilizzo di
sostanze chimiche.
Erano gli
anni del boom economico creato dall’industrializzazione quando all’interno del
reattore A 101 c’erano molti chili di tetraclorobenzolo, etilenglicole e soda
caustica, i componenti del triclorofenolo, un agente presente in molti
diserbanti che avviarono una reazione chimica nel serbatoio, generando grandi
quantità di Tcdd, ovvero tetraclorodibenzo-p-diossina, una sostanza altamente
cancerogena e considerata tra i più potenti veleni conosciuti. La temperatura
crebbe oltre i livelli di guardia, e per evitare l’esplosione un disco di
sicurezza saltò e liberò nel cielo
aperto 400 chili di sostanze chimiche, tra cui la diossina.
Soltanto il
giorno seguente l’Icmesa, arrivata a Meda nel 1947 e di proprietà della
multinazionale svizzera Hoffmann-La Roche, decise di informare il Sindaco di
Seveso e solo dopo nove giorni l’azienda ammise la gravità dell’incidente.
Non vi furono
vittime in quei giorni anche se decine di chilometri quadrati della Lombardia e
40mila persone furono esposte alla contaminazione da diossina, morirono però
migliaia di animali e tonnellate di prodotti agricoli vennero seccati dalla
diossina, o distrutti per evitare danni peggiori. Furono ben 447 le persone che in quei giorni rimasero
avvelenate o colpite dalla cloracne, una dermatite generata dalla diossina che
provoca cisti e lesioni dolorose.
Certo è che a
38 anni di distanza, in paesi limitrofi come Solaro, dove gli anziani del Paese
affermano che parte della diossina sia stata stoccata lì, l’incidenza di
linfomi e di persone infartate o ammalate di Alzheimer
ha un incidenza altamente superiore a quella di Paesi che si trovano a centinaia
di chilometri di distanza…C’è chi si chiede se anche questo non sia causa di
quanto avvenuto quel fatidico 10 luglio del 1976 di cui ormai non si parla più.
Tutto
insabbiato a causa di quelle lobby che fanno capo alla finanza sorretta dalla
massoneria deviata…
G.M.
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