C’è chi
afferma che l’Italia sia ritornata dopo i risultati di Renzi alle elezioni
Europee nuovamente protagonista all'interno della scena della zona Euro e a
dimostrarlo sembra essere stata anche la visita del presidente del Consiglio
europeo Van Rompuy .
Come è facile
immaginare infatti, se come avevamo già sospettato al termine della tornata
elettorale e non solo, Renzi non si trova per caso a fare il premier senza
essere stato votato dagli italiani e molti aiutini gli sono giunti per riuscire
a raggiungere un tale trionfo il 25 maggio, è facile immaginare che gli stessi
rappresentati europei abbiano la
necessità di capire meglio come si voglia muovere il ‘giovane prodigio
prescelto’.
La partita
che si sta per giocare in Europa in questo momento infatti è di vitale
importanza considerando che sono in gioco le nomine per la nuova leadership
europea e non solo. Il problema nasce dal fatto che gli scontri tra la
Cancelliera Merkel e il primo ministro inglese David Cameron rischiano di
protrarre i tempi per questa spinosa decisione a dopo l’estate e su questo
Matteo Renzi è contrarissimo in quanto lasciare aperto il pacchetto delle
nomine rischierebbe secondo il premier italiano di diventare un enorme regalo
agli euroscettici.
In realtà è
da ben tre settimane che su mandato dei 28 governi dell’Ue, Van Rompuy sta
sondando gli umori e le intenzioni dei leader europei in vista delle nomine
della futura leadership europea , ma come abbiamo detto le divisioni
all'interno del fronte moderato vincente stanno portando sia un effetto
boomerang su quello che fino a qualche giorno fa doveva essere il quasi
indiscusso vincitore, il candidato del Ppe, il lussemburghese Juncker, e la
prospettiva di un rinvio delle nomine a dopo l’estate.
E qui entra
gioco Renzi che insieme a Van Rompuy ha
concordato sul fatto che il candidato alla Presidenza della Commissione europea
debba essere di sicuro gradimento del Parlamento europeo e nello stesso tempo
l’attuale presidente del Consiglio europeo ha confermato al premier italiano la
volontà dei 28 di utilizzare per questa delicatissima situazione proprio «il
metodo Renzi», ovvero che prima vengano fatte le scelte politiche e poi i nomi,
e così nel prossimo Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, verrà licenziato un
Documento di principi, con i quali si disegnerà una nuova agenda europea,
proiettata su crescita e lavoro, alla quale il futuro presidente della
Commissione dovrà uniformarsi.
Redazioni Esteri
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