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giovedì 19 giugno 2014

Più Esteri - Renzi incalza l’Europa sulle nomine

Ue
C’è chi afferma che l’Italia sia ritornata dopo i risultati di Renzi alle elezioni Europee nuovamente protagonista all'interno della scena della zona Euro e a dimostrarlo sembra essere stata anche la visita del presidente del Consiglio europeo Van Rompuy .

Come è facile immaginare infatti, se come avevamo già sospettato al termine della tornata elettorale e non solo, Renzi non si trova per caso a fare il premier senza essere stato votato dagli italiani e molti aiutini gli sono giunti per riuscire a raggiungere un tale trionfo il 25 maggio, è facile immaginare che gli stessi rappresentati europei  abbiano la necessità di capire meglio come si voglia muovere il ‘giovane prodigio prescelto’.

La partita che si sta per giocare in Europa in questo momento infatti è di vitale importanza considerando che sono in gioco le nomine per la nuova leadership europea e non solo. Il problema nasce dal fatto che gli scontri tra la Cancelliera Merkel e il primo ministro inglese David Cameron rischiano di protrarre i tempi per questa spinosa decisione a dopo l’estate e su questo Matteo Renzi è contrarissimo in quanto lasciare aperto il pacchetto delle nomine rischierebbe secondo il premier italiano di diventare un enorme regalo agli euroscettici.

In realtà è da ben tre settimane che su mandato dei 28 governi dell’Ue, Van Rompuy sta sondando gli umori e le intenzioni dei leader europei in vista delle nomine della futura leadership europea , ma come abbiamo detto le divisioni all'interno del fronte moderato vincente stanno portando sia un effetto boomerang su quello che fino a qualche giorno fa doveva essere il quasi indiscusso vincitore, il candidato del Ppe, il lussemburghese Juncker, e la prospettiva di un rinvio delle nomine a dopo l’estate.

E qui entra gioco Renzi che  insieme a Van Rompuy ha concordato sul fatto che il candidato alla Presidenza della Commissione europea debba essere di sicuro gradimento del Parlamento europeo e nello stesso tempo l’attuale presidente del Consiglio europeo ha confermato al premier italiano la volontà dei 28 di utilizzare per questa delicatissima situazione proprio «il metodo Renzi», ovvero che prima vengano fatte le scelte politiche e poi i nomi, e così nel prossimo Consiglio europeo del 26 e 27 giugno, verrà licenziato un Documento di principi, con i quali si disegnerà una nuova agenda europea, proiettata su crescita e lavoro, alla quale il futuro presidente della Commissione dovrà uniformarsi.  
  
Redazioni Esteri

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