Mentre il nuovo modello
Istituzionale che ci dovrà governare nei prossimi anni prende forma, l’attuale
esecutivo, quasi porgendoci le sue scuse, dopo aver aumentato la Tasi, il bollo
auto, le rendite finanziarie, il prezzo del passaporto e averci imposto molti
altri balzelli iniqui, pensa bene attraverso il ministro Pier Carlo Padoan di
farci sapere che per migliorare la nostra economia è necessario ridurre le
tasse.
Che sia una presa in giro
oppure no, ringraziamo il cielo che se ne siano accorti anche loro
che "È urgente intervenire per contenere l'elevata pressione fiscale
che è ostacolo al ritorno a ritmi di crescita in linea con i partner
internazionali", peccato che a dirlo e a chiederlo da anni e non da mesi
fossero stati tutti quei piccoli e medi imprenditori che a causa dell’aumento
ingiustificato delle tasse hanno dovuto chiudere, impoverendo il nostro Paese e
portando sul lastrico migliaia di famiglie.
Secondo il titolare di via XX
Settembre questa riduzione è necessaria perché ci troviamo “in un momento di
difficoltà per i cittadini”, che dire, accorgersene con più di due anni di
ritardo è gran cosa, ma quello che più ci preoccupa è che ancora una volta non
si dice come e se verranno diminuiti questi balzelli iniqui ma semplicemente si
sottolinea che il governo punta "a rendere più equo l'onere del prelievo
fiscale" perché bisogna "tenere conto delle difficoltà dei
contribuenti onesti. Un fisco equamente distribuito consentirà di affrontare
meglio questo momento".
La solita promessa da
marinaio, e tradotto in soldoni per noi cittadini vuol dire che forse le tasse
diminuiranno quando aumenteranno le entrate di coloro che fino ad oggi hanno
evaso il fisco e che volontariamente dovrebbero autodenunciarsi se non scovati
dagli organi preposti.
La solita favola nella quale
si predica bene ma poi si razzola male. Cambiare tutto per non cambiare nulla
sembra essere come sempre il motto del nostro Paese.
Redazione Roma
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