YAMAMAY BUSTO ARSIZIO - IMOCO CONEGLIANO 3-2 (25-20, 16-25, 25-17, 24-26, 18-16).
Yamamay Busto Arsizio: Ortolani 12, Garzaro, Bianchini, Michel 5, Leonardi (L), Marcon 16, Spirito, Sloetjes 1, Buijs 25, Arrighetti 14, Wolosz 1, Petrucci ne. All.: Parisi. Battute sbagliate: 4, battute punto: 0. Muri: 8.
Imoco Conegliano: Lloyd 3, Gibbemeyer 9, Fiorin 18, Daminato ne, Kauffeldt ne, Dona', De Gennaro (L), Nikolova 24, Bechis, Barcellini 9, Tirozzi 7, Barazza 13. All.: Gaspari. Battute sbagliate: 11, battute punto: 6. Muri: 10.
Arbitri: Balboni e Genna.
Note: Spettatori: 4521, con nutrita rappresentanza proveniente da Conegliano. Durata set: 28', 24', 27', 32', 26'.
Busto Arsizio - La Yamamay accede alle finali scudetto, al termine di una vera e propria battaglia durata oltre due ore che ha ricordato per tanti versi l'epica gara 5 delle finali scudetto di due anni fa, nel derby contro Villa Cortese. Completamente ed inaspettatamente ribaltato il pronostico che vedeva le farfalle nettamente sfavorite al cospetto di quella che nella regular season e' stata la seconda forza del campionato, a conferma che nel volley non c'è davvero niente di scontato. La vendetta e' un piatto che va gustato freddo, e mai come stavolta tale detto calza davvero a pennello per le ragazze di mister Parisi che si tolgono il grosso sfizio di eliminare quelle stesse avversarie che avevano inflitto loro, un grosso dispiacere non più tardi di dodici mesi fa.
Il tutto dopo una gara appassionante e ricchissima di colpi di scena, che ha esaltato la bellezza e la spettacolarità della pallavolo dove quella grinta e quella capacità di non mollare mai, per le quali Julio Velasco coniò in maniera appropriata la metafora della "tigre negli occhi", e' un fattore che può davvero fare la differenza fra un trionfo ed una cocente delusione.
Un'autentica altalena di emozioni dunque che alla fine ha letteralmente mandato in visibilio la scatenata torcida biancorossa accorsa in massa per spingere le farfalle verso quella che è già da considerarsi una vera e propria impresa che resterà negli annali, indipendentemente da come andrà a finire la finale che assegnerà il titolo. Ma andiamo con ordine.
Un PalaYamamay completamente esaurito in ogni ordine di posto faceva da degna cornice all'ingresso delle due squadre in campo, con il tifo assordante della tifoseria di casa pronta ad accompagnare - così come poi confermerà anche il tecnico di Conegliano Gaspari nell'immediato dopo gara - le farfalle in ogni azione e frangente di gioco.
L'inizio era molto equilibrato e come in gara 1 erano le vice campionesse d'Italia in carica a partire meglio, con Busto Arsizio subito però pronta a difendere ed a contrattaccare con grande determinazione. Aggressività in battuta ed in attacco permettevano alle venete di conquistare un piccolo vantaggio sul turno di battuta della Barcellini (4-7), ma ci voleva ben altro per impensierire le lombarde che non battevano ciglio, piazzando anzi un break di 4-0 con cui mister Gaspari era costretto a chiamare immediatamente time-out. Le venete erano spesso e volentieri costrette a forzare ed un muro della Ortolani regalava il 12-9 che faceva esplodere il palazzetto. Come un ragno tesse la propria tela in attesa della preda, allo stesso modo con pazienza certosina, la Yamamay poco alla volta macinava gioco e punti costruendo il vantaggio che avrebbe poi conservato sino alla fine del parziale.
I tentativi di recupero della Imoco infatti puntualmente si infrangevano sul muro biancorosso ed un lob della scatenata Buijs (autrice di ben 25 punti!) portava le farfalle sul 16-12, facendo chiamare per la seconda volta il minuto di sospensione alla panchina di Conegliano. Un errore della Arrighetti permetteva alle ospiti di riavvicinarsi (18-15) ed era Parisi questa volta a dover chiamare time-out per invitare le sue atlete a non mollare la presa nemmeno di un centimetro. Un attacco vincente della Sloetjes regalava il massimo vantaggio alle biancorosse (21-16), ma con la Nikolova in battuta Conegliano si rifaceva sotto (21-19) e Parisi era costretto a parlarci ancora su. Si esaltava in ricezione la Leonardi con alcuni spettacolari salvataggi e due attacchi murati out della Arrighetti ricacciavano a distanza di sicurezza le venete. Era l'allungo decisivo perché la Fiorin, sparando a rete, regalava al primo tentativo il set alle biancorosse (25-20).
L'equilibrio la faceva da padrone nella parte iniziale del secondo set, con l'Imoco che però reagiva ed approfittava di qualche sbavatura di troppo in ricezione della Wolosz. Le battute della Barcellini e le schiacciate della Nikolova consentivano alle venete di allungare e ciò costringeva Parisi a chiamare time-out sul 7-10. Si andava sull'8-12 alla sospensione tecnica grazie ad un muro della Barazza. Conegliano allungava ancora (8-14) complice le difficoltà dell'attacco biancorosso a mettere la palla a terra, insieme ad una Nikolova che non sbagliava praticamente nulla dalla seconda linea. Un attacco della Ortolani permetteva alle biancorosse di ridurre lo svantaggio (12-17), ma era un fuoco di paglia. Infatti, l'Imoco riusciva a controllare agevolmente i tentativi per la verità non troppo convinti delle farfalle di rientrare nel set, aggiudicandoselo senza colpo ferire al primo tentativo con un attacco vincente della Fiorin dopo una difesa lunga della Michel (16-25).
1-1 e dunque tutto da rifare per la Yamamay che partiva però con ben altro piglio nel terzo set (3-0) costringendo Gaspari a chiamare già time-out dopo un muro della Ortolani. Il cliché non cambiava più di tanto, perché come nel primo parziale Busto Arsizio pigiava fortissimo sull'acceleratore, attaccando con maggiore intensità e determinazione. Dal canto suo, Conegliano faticava molto per costruire i propri contrattacchi e sull'8-3 Gaspari doveva già spendere il suo secondo time-out. Le cose non cambiavano ed anzi erano le padrone di casa a scavare un solco piuttosto consistente (12-4), grazie ad alcuni errori gravi della Gibbemeyer che non riusciva a chiudere due attacchi sotto rete consecutivi.
Le farfalle accusavano un piccolo passaggio a vuoto che permetteva alle venete di limare poco per volta l'enorme svantaggio iniziale accumulato, e questo consigliava Parisi a chiamare time-out (13-8). Conegliano si rifaceva minacciosamente sotto grazie alla Nikolova (17-14), ma nel momento più delicato erano la Arrighetti e la Marcon (MVP della serata) a salire in cattedra in attacco ed a muro, costringendo le venete a ripetuti errori ed a piazzare il break decisivo che rendeva il PalaYamamay, che vedeva a questo punto davvero a portata di mano l'apoteosi, un'autentica bolgia. Un errore a rete della Barcellini permetteva alle bustocche di chiudere al terzo tentativo (25-17) e di mettere così di nuovo il muso avanti nel computo dei set.
Partenza punto a punto anche nella quarta frazione di gioco, in cui i due sestetti ribattevano colpo su colpo con gli attacchi che riuscivano quasi sempre a prevalere sulle difese. Così come anche gli errori da una parte e dall'altra evidenziavano una tensione che iniziava a farla da padrone per tutte le giocatrici in campo.
Conegliano sbagliava intanto alcune comode soluzioni offensive con la Barcellini e la Nikolova e si arrivava così al time-out tecnico con Busto avanti di tre lunghezze (12-9). Un errore sotto rete della Buijs permetteva alle vice-campionesse d'Italia di riavvicinarsi (13-12), inducendo Parisi a spendere il primo minuto di sospensione nel parziale. La stessa giocatrice olandese trovava però il modo di rifarsi e con i suoi attacchi vincenti permetteva alle biancorosse di tenere comunque il cambio palla, in un vero e proprio stillicidio dove nessuno dei due roster, pur provandoci, riusciva a prevalere sull'altro.
Ed era logico che sarebbero state a dir poco tiratissime e concitate le fasi finali del set che assumevano, come del resto si era già abbondantemente intuito, i contorni di un'autentica e lunghissima volata quasi, per rendere l'idea, si trattasse di una di quelle tappe ciclistiche adatte ai velocisti. La partita, oltre a combattersi sul campo, si giocava anche nelle panchine perché erano esaltate sopratutto le doti da strateghi dei due tecnici che provavano ad alzare il proprio muro, quando l'avversario andava in battuta in un continuo tourbillon di cambi.
Gaspari sul 20-19 era costretto a chiamare time-out dopo un attacco fuori della Barcellini e la stessa scena si ripeteva, quando un attacco murato fuori della Buijs permetteva alle farfalle di portarsi sul 22-20.
A rendere ulteriormente tesi gli animi in campo, ci pensavano poi anche gli arbitri con alcune discutibilissime decisioni. Esplodeva vibrante la contestazione del pubblico di casa e della panchina bustocca, in particolare quando la coppia arbitrale vedeva un tocco del muro biancorosso su un attacco probabilmente out della Nikolova, che influiva in maniera a dir poco determinante sulle fasi finali del parziale (dal possibile 23-20 si passava infatti al 22-21). Come conseguenza di tutto ciò la Yamamay si innervosiva, e questo permetteva alle pantere di approfittarne conquistando un piccolo, ma preziosissimo vantaggio. La Arrighetti annullava il primo set-point, ma ciò non bastava perché un attacco vincente della Tirozzi prolungava la gara, alla roulette russa del tie break.
Quinto e decisivo set che si apriva con la Bujis e la Ortolani che provavano a portare avanti la Yamamay (2-0), ma Conegliano trovava il modo con una Nikolova in versione extra-lusso non solo di spezzare sul nascere il tentativo di allungo delle farfalle, ma anzi addirittura di allungare conquistando sino a tre punti di vantaggio che lasciavano presagire il compiersi dell'ennesima beffa.
Un errore in fase di impostazione della Wolosz costringeva infatti Parisi a chiamare time-out (4-6), ma Conegliano con alcuni salvataggi miracolosi della Fiorin e della De Gennaro, insieme ad un muro della Barazza riusciva a tenere a bada il tentativo di recupero delle biancorosse (5-8).
Il turno di battuta della Marcon si rivelava però fondamentale per le farfalle che con due attacchi vincenti della Buijs trovavano le energie nervose per reagire sino ad impattare, approfittando di una fase di sbandamento della ricezione della Imoco (9-9). Una conclusione sbagliata della Ortolani vanificava però ancora una volta gli sforzi e sul 9-11 Parisi era costretto a spendere il suo secondo time-out. Un attacco out della Nikolova regalava il nuovo pareggio (12-12) e l'adrenalina saliva a mille, rendendo praticamente vietate ai cardiopatici le fasi conclusive del match, in un caleidoscopio di emozioni che nessuno dei presenti all'impianto di viale Gabardi riuscirà a dimenticare tanto facilmente.
Dona' in battuta infatti mandava fuori di pochissimi centimetri quello che alla fine sarebbe stato l'unico match-point a disposizione per Conegliano, e su un attacco della Arrighetti la situazione si capovolgeva. Coach Gaspari provava con un ultimo e disperato time-out a spezzare il ritmo e l'entusiasmo delle biancorosse, ma al terzo tentativo un muro della Ortolani (18-16) faceva impazzire di gioia la tifoseria bustocca consentendo alla Yamamay di chiudere i conti, e di schiudere le porte del paradiso.
Adesso alle farfalle si chiede l'ultimo miracolo, ovvero quello di provare a riconquistare quello scudetto, ottenuto non più tardi di due anni fa nell'indimenticabile derby con Villa Cortese. Bergamo e Conegliano sono già cadute sotto i micidiali colpi di chi ha saputo reagire alle critiche ed a tenere botta quando le cose non andavano per il verso giusto, superando lo scetticismo iniziale. E c'è da giurarci che sarà così anche nella finale, al meglio stavolta delle cinque partite. Perché se è vero che vale il detto "non c'è due, senza tre", allora per questa Yamamay dei miracoli c'è senz'altro spazio anche per i sogni!
Francesco Montanino
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