Gli scandali
nel nostro Paese non finiscono mai e soprattutto troppo spesso viene raccontata
ai cittadini la metà della verità, non si sa se per incuria di chi riporta la
notizia o per volontà superiori.
Fatto sta
che ai più è passato inosservato ad esempio il commissariamento di Pompei ma
non i soldi che giungeranno dall’Europa per il sito archeologico. In realtà
anche per quanto riguarda i fondi europei si tratta di una mezza verità in
quanto si tratta di danaro che in realtà proviene dal fondo di sviluppo e dal
bilancio nazionale.
Per il
salvataggio degli scavi archeologici, dichiarati dall'Unesco Patrimonio
dell'Umanità, sono infatti stati erogati 105 milioni di euro di cui 42 milioni provengono dai fondi comunitari e 63 milioni dalle Casse
dello Stato italiano, ma quello che non hanno sottolineato i nostri media è
anche che la Comunità Europea, che sembra non avere molta fiducia nei nostri
politici ha ben specificato attraverso le parole del commissario europeo
Johannes Hahn che vi sarà un monitoraggio continuo da parte dell'Unione Europea
sull'impiego delle somme concesse.
Qual è come
sempre la paura in cui temono di incorrere tanto i controllori europei che
quelli nostrani? È la stessa che ha portato a quanto abbiamo potuto assistere a
Pompei, la collusione tra mafia e politica che ha portato ad utilizzare i soldi
che servivano per gli scavi archeologici in altre tasche e per altri scopi.
Da Pompei in
questi giorni si levano sempre più alte le voci dei cittadini che insieme al leader
della Lega Sud Ausonia, Gianfranco Vestuto, propongono: "Basta soldi
pubblici che alimentano solo la criminalità organizzata e la politica corrotta.
Il più grande sito archeologico (per numero di visite ) del mondo può, quello
di Pompei, se organizzato bene, divenire un volano dell'economia per ricavare
denaro tanto per la manutenzione quanto per dare lavoro ai cittadini della Campania
e del Sud".
Chissà se
qualcuno li ascolterà o come sempre tutto resterà lettera morta…
G.M.
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