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sabato 19 aprile 2014

Più Territori - Lo scandalo di Pompei

Pompei
Gli scandali nel nostro Paese non finiscono mai e soprattutto troppo spesso viene raccontata ai cittadini la metà della verità, non si sa se per incuria di chi riporta la notizia o per volontà superiori.

Fatto sta che ai più è passato inosservato ad esempio il commissariamento di Pompei ma non i soldi che giungeranno dall’Europa per il sito archeologico. In realtà anche per quanto riguarda i fondi europei si tratta di una mezza verità in quanto si tratta di danaro che in realtà proviene dal fondo di sviluppo e dal bilancio nazionale.

Per il salvataggio degli scavi archeologici, dichiarati dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità, sono infatti stati erogati 105 milioni di euro di cui 42 milioni provengono dai fondi comunitari e 63 milioni dalle Casse dello Stato italiano, ma quello che non hanno sottolineato i nostri media è anche che la Comunità Europea, che sembra non avere molta fiducia nei nostri politici ha ben specificato attraverso le parole del commissario europeo Johannes Hahn che vi sarà un monitoraggio continuo da parte dell'Unione Europea sull'impiego delle somme concesse.

Qual è come sempre la paura in cui temono di incorrere tanto i controllori europei che quelli nostrani? È la stessa che ha portato a quanto abbiamo potuto assistere a Pompei, la collusione tra mafia e politica che ha portato ad utilizzare i soldi che servivano per gli scavi archeologici in altre tasche e per altri scopi.

Da Pompei in questi giorni si levano sempre più alte le voci dei cittadini che insieme al leader della Lega Sud Ausonia, Gianfranco Vestuto, propongono: "Basta soldi pubblici che alimentano solo la criminalità organizzata e la politica corrotta. Il più grande sito archeologico (per numero di visite ) del mondo può, quello di Pompei, se organizzato bene, divenire un volano dell'economia per ricavare denaro tanto per la manutenzione quanto per dare lavoro ai cittadini della Campania e del Sud".


Chissà se qualcuno li ascolterà o come sempre tutto resterà lettera morta…

G.M.

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