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sabato 15 marzo 2014

Più Esteri - “Tensione altissima in Crimea che coinvolge molte diplomazie internazionali”

Russia
La situazione a pochi giorni dal Referendum che decreterà se la Crimea entrerà a far parte della Russia è sempre più tesa, soprattutto a causa di quelle influenze esterne che arrivano dall'Europa e dagli Stati Uniti.
Mosca fa sapere tramite il suo ministero degli Esteri che si riserva il diritto di proteggere i propri connazionali, prendendo posizione sugli scontri avvenuti giovedì a Donetsk, nell'Ucraina orientale, tra filorussi e filo Kiev per i quali la polizia ucraina ha arrestato quattro persone(filorusse), accusate di aver istigato la rivolta.
Nel frattempo mentre in Europa le posizioni sul referendum in Crimea sono nette e dichiarano che "non ha effetto legale" in quanto non rispetta la Costituzione ucraina e quindi "non riconosceremo il risultato di un referendum illegale" dal premier della Crimea, Serghiei Aksionov, arriva invece un appello rivolto all'Ucraina: "Spero che Kiev accetti l'esito del referendum, che è legittimo e sarà trasparente: noi siamo pronti a tutto".
Sempre dalla Russia l’Ambasciatore per l'Onu  Alexey Komov  in una intervista che ci è stata rilasciata in esclusiva ci spiega che riguardo al referendum in Crimea “credo che solo i residenti di un dato paese hanno la libertà di determinare il loro futuro . Se questo diritto è stato concesso agli albanesi del Kosovo , se questo è stato reso possibile in diverse parti del mondo, allora nessuno è escluso dal diritto delle nazioni all'autodeterminazione, che ,per quanto ne so, è fissato da diversi documenti delle Nazioni Unite”.
Dello stesso parere è anche il direttore di Russia News e Segretario del movimento ‘Lega Sud Ausonia – Popoli Sovrani’, Gianfranco Vestuto, che raggiunto telefonicamente ha risposto ad alcune delle nostre domande.

G: Dottor Vestuto, da dove nasce la sua volontà di voler fare comunicazione per i 'Paesi Russofoni'?

Vestuto :  In verità sono sempre stato molto attento alle evoluzioni geopolitiche di questa area, poi circa due anni fa mi fu offerto di fare da direttore responsabile del giornale ufficiale dell’Ambasciata russa in Italia. Approfondendo questa esperienza mi sono reso conto che in effetti l’informazione da e verso la Russia e gli altri Paesi russofoni era molto scarsa per qualità e quantità, non corrispondendo per nulla affatto all'enorme incremento di rapporti commerciali e culturali con il nostro Paese. Lo scorso anno, unitamente ad alcuni amici, a Venezia  ho dato vita all'Associazione “Italeurasia”, e con lo staff tecnico della mia società di comunicazioni abbiamo progettato una nuova testata giornalistica on line chiamandola “Russia News”, di cui ho assunto anche la direzione. I risultati, a distanza di un anno e più di vita mi sembrano sorprendenti anche se, c’è tantissimo ancora da fare.

G: L’ultimo invito che lei ha ricevuto era quello di presentarsi come osservatore internazionale per il Referendum in Crimea, perché crede che l’Ambasciatore russo Komov le abbiano fatto questa proposta?

Vestuto : Ma direi intanto sicuramente che occorreva chi potesse materialmente raccontare in maniera imparziale e con un metodo giornalistico i reali accadimenti di questo importante evento in terra Ucraina, poi trattandosi di un referendum per l’indipendenza di una parte di questo Paese, sicuramente ha giocato a favore la mia esperienza politica in questo settore particolare delle autonomie.

G: Abbiamo saputo che per problemi logistici e soprattutto per la mancanza di collegamenti aerei, non sarà possibile per lei partecipare a questo evento di portata storica, cosa augura al popolo della Crimea?

Vetsuto: Si proprio ieri sera lo stesso Alexey Komov, molto rammaricato, mi ha comunicato la difficoltà logistica di farmi arrivare in Crimea, non nascondendomi i timori del Governo Russo (che comunque attraverso la sua persona mi ha inviato particolari ringraziamenti per la disponibilità) di eventuali azioni terroristiche. Insomma, una tensione altissima che coinvolge molte diplomazie internazionali per interessi che vanno sicuramente oltre quelli territoriali. Al Popolo della Crimea auguro anzitutto di riuscire a svolgere questo referendum facendo prevalere la democrazia e la reale volontà di scegliersi il proprio destino futuro.

G: Sappiamo che con il suo movimento ‘Lega Sud Ausonia – Popoli Sovrani’ da sempre lei si occupa dell’Autodeterminazione dei Popoli è forse questo il motivo che la rende così vicino alla popolazione della Crimea?

Vestuto: Sicuramente, come ho accennato prima, le tematiche legate all’autonomia e all’indipendenza fanno anche parte del mio percorso politico ed in questo caso si sono naturalmente sposate con il mio ruolo professionale di giornalista che ha una particolare attenzione all’area russofona. Il Principio di Autodeterminazione dei Popoli, sancito anche dalla Carta dell’ONU, resta sempre la “Bibbia” di chi ha a cuore libertà e la democrazia vera.

G: Lei pensa che dall’esito di questo referendum possano esserci anche conseguenze a livello internazionale?

Vestuto: Questa crisi in Crimea ed in generale con l’Ucraina, già coinvolge tutta la Comunità internazionale, anche se quella dell’Europa o Russia, rappresenta una finta scelta. L’intervento e a mio avviso l’illegittimo ingerenza americana nella questione, in nome e per conto del solito spirito guerrafondaio mondialistico, questa volta potrebbe provocare prese di posizioni su cui poi diventerebbe difficile fare marcia indietro.

G: Sappiamo che lei viene spesso contattato anche da molti cittadini e tra questi ci ha incuriosito il caso di una signora di Trieste che le chiede la possibilità di un intervento per quanto riguarda la situazione della sua città che sembra aver molto in comune con la Crimea.

Vestuto: Purtroppo il mondo è pieno di casi simili e se questioni più antiche e conosciute, come quelle dell’Armenia o del Tibet, hanno avuto almeno la fortuna di essere portate a conoscenza dell’opinione pubblica, ce ne sono tantissime che invece  si trascinano da anni nel silenzio dei media e della politica internazionale. Per il caso di Trieste poi, sappiamo bene che il nostro Paese, dalla fine della seconda guerra mondiale, limitandosi a gestire un ruolo da “sovranità limitata” in nome e per conto dell’ingerenza americana ormai odiosa e stantia, ha sempre cercato di reprimere ogni germoglio di libertà e autonomia. Le dichiarazioni “leggere” dei giorni scorsi del neo Presidente del Consiglio Renzi sulla presunta “illegittimità” delle posizioni russe sul caso Ucraina, ne sono una conferma inequivocabile.

G: Il principio di Autodeterminazione dei Popoli che sancisce il diritto di un popolo sottoposto a dominazione straniera ad ottenere l'indipendenza, associarsi a un altro stato o comunque a poter scegliere autonomamente il proprio regime politico, riconosciuto dall’ONU,  perché secondo lei non viene applicato in molti casi, come quello della Crimea e di Trieste?

Vestuto:  Mi sembra che alla fine proprio quella dell’ONU rappresenti più una “gabbia” che un organismo internazionale di garanzia per i Popoli che chiedono la libertà di scegliersi il proprio destino. Il meccanismo compositivo e di votazione dei Paesi membri che ne fanno parte, la dice lunga sulla impossibilità di tutela disinteressata delle questioni di un mondo globale che è in continua evoluzione ed alla ricerca naturale di nuovi assetti geopolitici.

Giulia Macchi

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