Dovranno verificare se il ghanese fosse capace di intendere e volere quando ha ucciso e valutarne la pericolosità sociale.
Il ghanese dichiarato analfabeta e incapace di comunicare col mondo, apparentemente chiuso in un mondo tutto suo, è riuscito a scegliersi e a nominare un avvocato di fiducia e quasi sicuramente se riconosciuto non in grado di intendere e volere sarà' ben accudito, a spese nostre, in un centro psichiatrico. Sono invece stati inflitti sei mesi di carcere per aver rubato una fetta di arrosto, un pezzo di formaggio e una bottiglia d’olio ad un uomo romano che non ha trovato altra alternativa per sfamare il figlio di quattro anni.
Sembrerebbe che i reati commessi dagli stranieri abbiano una bassa valenza e quelli commessi dagli italiani abbiano una alto valore.
Ma la giustizia estera con i cittadini italiani come si comporta? È' così lassista? Direi proprio di no, e colgo ancora una volta l'occasione, nel parlare nel terzo caso di giustizia per ricordare i nostri Maro'.
Una resa quella del Governo tenuta sotto silenzio e di cui se ne parla il meno possibile, dove i nostri militari vergognosamente non hanno avuto la giusta difesa considerando che ancora non vi e' alcuna prova della loro colpevolezza. Se il tribunale speciale istituito dall’India confermasse l’approccio del ministro Kurshid, a scontare in Italia la pena, confermando comunque l'umiliazione inflitta di essere processati da un tribunale straniero e civile rimarremmo comunque l'unico Paese al mondo i cui militari in servizio sono stati processati da un tribunale straniero.
Il copione quindi sembra essere sempre lo stesso: gli extracomunitari che subiscono un decreto di espulsione, grazie alle nostre leggi, di fatto rimangono in Italia illegalmente e continuano a stuprare e uccidere impuniti, mentre i nostri militari di cui ancora bisogna comprovare la colpevolezza restano nelle carceri indiane.
G.M.
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