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giovedì 13 giugno 2013

Più Cronaca - Sanità allo sbando

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Quella italiana e' ormai una sanità allo sbando che vede  i ticket sui farmaci aumentati del 40 per cento, più di un cittadino su due paga di tasca propria visite ed esami per evitare interminabili file.

Vi e' poi l'incremento del welfare ‘fai da te’, con le badanti (774mila) che superano i dipendenti di asl e ospedali (664mila). Il caro ticket pesa sulle tasche degli italiani per circa 5 miliardi di euro, tra compartecipazione della spesa sui farmaci, per visite specialistiche ed esami diagnostici. E a questa cifra dal primo gennaio 2014, se non ci saranno interventi correttivi, vista la situazione economica e politica si sommeranno altri 2 miliardi. Un incremento che il Sistema e le famiglie potrebbe non reggere.
Ma la compartecipazione maggiore si ha per visite ed esami, dove i cittadini sempre più spesso si rivolgono al privato. A fine 2012 i cittadini hanno speso quasi 1,3 miliardi di euro per le prestazioni di specialistica ambulatoriale nelle strutture pubbliche, e circa 3 miliardi di euro nelle strutture private convenzionate tra ticket nazionali (con una franchigia a 36 euro) e i superticket regionali, che aggiungono una quota fissa per ricetta (in genere di 10 euro).
I cittadini a loro insaputa contribuiscono a pagare la sanità, che viene finanziata dalla fiscalità generale, con il moltiplicarsi di tasse, tributi e balzelli locali, utilizzati per evitare di sforare i bilanci di alcune Regioni che si ritrovano con i conti in rosso. Tra il 2011 e il 2012, secondo dati del ministero della Salute e dell’osservatorio Uil sulle politiche sociali, elaborati dalla Fiaso (Federazione di asl e ospedali), le Regioni hanno raccolto in questo modo quasi 5 miliardi.

Asl e ospedali per far fronte alla scarsità' di risorse, sono ricorsi ad innovazioni gestionali, reti cliniche interaziendali per patologia e riorganizzazione degli ospedali per intensità di cura. Il grande problema é che i loro manager continuano ad essere esposti ai venti della politica soprattutto al sud del nostro Paese. La soluzione: costi standard per la sanità' e corsi di formazione che vengano fatti da dirigenti delle Regioni più virtuose. Risparmieremmo sia in termini di nuovi balzelli che di vite umane. La salute viene prima di tutto.

GIULIA MACCHI

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