Dopo la Svizzera e la Danimarca anche Saronno
Mentre leggiamo sui giornali che in Svizzera, come riporta la radio Srf, all'arrivo alla frontiera ai rifugiati viene consegnato un volantino nel quale è scritto a chiare lettere "di consegnare i propri beni in cambio di una ricevuta" e una decisione simile è stata presa dalla Danimarca, che sequestra i beni ai migranti per pagarne il soggiorno nei centri, anche nel nostro Paese sembra che qualcuno stia cercando di arginare i problemi creati da questa immigrazione di massa che ci sta travolgendo.
Tra polemiche e critiche infatti anche in una cittadina in Provincia di Varese, Saronno, a guida leghista, il primo cittadino, Alessandro Fagioli, ha deciso insieme all'amministrazione (Fratelli d’Italia, Domà Nunch e liste civiche) di chiudere "lo sportello immigrati" perché come spiega l'assessore comunale ai Servizi sociali, Gianangelo Tosi, «La scelta di uno sportello unicamente dedicato agli immigrati ci è parsa come inutile e discriminatoria, mi sembrava quasi una situazione da apartheid».
E se la motivazione sembra essere quella riguardante l'equità che bisogna e che si deve praticare verso i cittadini: «Come tutti, - spiega Tosi - anche gli stranieri si metteranno in coda all’Anagrafe», certo è che a conti fatti un risparmio di energie verrà apportato considerando, che come ci ha informato l'amministrazione, ad esempio "verranno recuperate ore di lavoro che permetteranno ad un laureato di occuparsi di altro".
Forse sarebbe il caso che anche i 'vertici' del nostro Paese iniziassero a comprendere come la Svizzera e la Danimarca, che quando la coperta si fa corta, sarebbe necessario andare a tagliare laddove il falso "cattobuonismo" non porta altro che nefaste conseguenze per il popolo italiano che fino ad ora li ha mantenuti.
Redazione
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