Niente da
fare, le riforme devono proseguire a tutti costi e a ritmi serrati, questo
sembra essere il diktat di Renzi e il suo governo.
Nulla da fare quindi
neanche per la richiesta avanzata in mattinata dalla
presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro,
che aveva chiesto in Aula un rinvio della discussione generale delle riforme, considerando
che come spiega la stessa "La commissione ultimerà entro oggi i propri
lavori, dobbiamo definire alcuni passaggi importanti".
La data richiesta dalla
Finocchiaro, dal presidente del Senato Pietro Grasso e dalla senatrice Sel
Loredana De Petris era quella di mercoledì prossimo, a causa della necessità di
un tempo "congruo" per la presentazione degli emendamenti e “il
diritto-dovere di ogni senatore di valutare nel merito il testo”.
Ed invece dopo il niet
del governo il disegno di legge sulle riforme costituzionali approderà in Aula già
domani per l’avvio della discussione generale.
La decisione è avvenuta
con un voto di maggioranza durante la conferenza dei capigruppo che ha dettato
l’agenda dei lavori, nella quale si è stabilito che dopo la partenza di domani
il dibattito proseguirà anche nelle giornate di lunedì 14 luglio e di martedì,
con le votazioni sul provvedimento previste già per mercoledì 16 luglio.
Intanto,
i relatori hanno presentato l'emendamento che recepisce l'accordo fra
maggioranza e Forza Italia nel quale si prevede che i senatori non vengano
eletti dai cittadini bensì dai consigli regionali in proporzione della
consistenza dei gruppi consiliari.
Quasi tutti infatti
sembrano aver fretta di veder chiuso almeno il primo dei quattro passaggi
necessari perché avvenga questo cambiamento che dovrebbe portare, così almeno
dicono, ad una rivoluzione all’interno delle nostre Istituzioni.
Certo è che le polemiche
interne al governo quanto quelle esterne proseguono e le fronde interne a
partiti come Pd e F.I. si fanno sempre più irruente soprattutto dopo questa
nuova decisione di voler portare avanti la riforma in fretta e furia.
Redazione Roma
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