Riecheggia
come un ritornello che ormai non sentivamo da qualche mese l’ammonimento di
Giorgio Napolitano che cerca ancora una volta di mettere fretta ai politici per
vedere di trovare un accordo sulle tanto agognate riforme sulle quali lui
stesso ci ha messo la faccia e di strigliare gli italiani perché siano più
ottimisti.
Ed è così
che durante la presentazione alle candidature ai premi David di Donatello 2014,
si lascia andare in un laconico discorso nel quale spiega che il «temporaneo prolungamento» del suo
incarico come inquilino del Colle, ricordiamo, lautamente pagato è necessario «nell'interesse generale del
Paese» che ha «bisogno di cambiamenti, di visioni più aperte».
Ha
ricordato inoltre a chi lo ha accusato di impeachment, che sta cercando
semplicemente di esercitare le sue funzioni «nei limiti del possibile,
fermamente e rigorosamente nell'interesse generale del Paese» per far si che si
giunga all'approvazione delle «indispensabili riforme, non solo in campo
istituzionale per il rilancio del Paese».
Un
Napolitano molto 'renzizzato' che parla di cambiamenti e di riforme che si lascia
andare anche a commenti al di fuori dalla politica, quasi volesse togliersi di
dosso quell'alone di vecchiume che lo ha sempre portato a fare unicamente
discorsi seri ed istituzionali, tant'è che tra il serio e il faceto si è
lasciato sfuggire: «fui tentato di avventurarmi nella strada del cinema e del
teatro, poi mi sono perso».
Eppure
qualcosa sembra sempre averlo mostrato sulla sua bravura come attore, che abbia
realmente sbagliato mestiere e che avrebbe avuto più fortuna come attore che
Presidente della Repubblica visti i risultati che tardano ad arrivare?
G.M.
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