Per questo studio sono stati raccolti i dati
provenienti da 19 coorti europee di mamme e bambini nati dal 1990 in poi, in
termini di età gestazionale, peso alla nascita dei neonati e livelli di consumo
di pesce da parte delle madri durante la gravidanza.
I dati italiani provengono dallo studio nazionale NINFEA. L’analisi delle informazioni relative a più di 150 mila coppie di mamme e neonati ha evidenziato che il rischio di parto pre-termine si riduceva significativamente per le donne che consumavano pesce regolarmente e con moderazione durante l’attesa, con livelli di assunzione superiori alla porzione settimanale ma inferiori alle 3 porzioni alla settimana, rispetto a coloro che, nello stesso periodo, ne assumevano meno.
Inoltre, le mamme che consumavano più pesce, davano alla luce neonati con un maggiore peso alla nascita. Benché tali benefici siano riconducibili al consumo sia di pesce grasso (dal salmone alla trota, dallo sgombro alla sardina), sia di pesce magro (come la sogliola e il merluzzo), essi sono stati associati principalmente all’apporto di acidi grassi polinsaturi n-3 o omega-3 col pesce. Secondo gli autori lo confermerebbe anche il fatto che l’effetto positivo del consumo di pesce sulla crescita fetale sia risultato più marcato nelle madri fumatrici, i cui livelli circolanti di omega-3 sono generalmente più bassi, e in quelle sovrappeso od obese, per le quali il fabbisogno di omega-3 aumenta in relazione alla maggiore presenza di tessuto adiposo.
Fonte: Nutrition Foundation
I dati italiani provengono dallo studio nazionale NINFEA. L’analisi delle informazioni relative a più di 150 mila coppie di mamme e neonati ha evidenziato che il rischio di parto pre-termine si riduceva significativamente per le donne che consumavano pesce regolarmente e con moderazione durante l’attesa, con livelli di assunzione superiori alla porzione settimanale ma inferiori alle 3 porzioni alla settimana, rispetto a coloro che, nello stesso periodo, ne assumevano meno.
Inoltre, le mamme che consumavano più pesce, davano alla luce neonati con un maggiore peso alla nascita. Benché tali benefici siano riconducibili al consumo sia di pesce grasso (dal salmone alla trota, dallo sgombro alla sardina), sia di pesce magro (come la sogliola e il merluzzo), essi sono stati associati principalmente all’apporto di acidi grassi polinsaturi n-3 o omega-3 col pesce. Secondo gli autori lo confermerebbe anche il fatto che l’effetto positivo del consumo di pesce sulla crescita fetale sia risultato più marcato nelle madri fumatrici, i cui livelli circolanti di omega-3 sono generalmente più bassi, e in quelle sovrappeso od obese, per le quali il fabbisogno di omega-3 aumenta in relazione alla maggiore presenza di tessuto adiposo.
Fonte: Nutrition Foundation
Posta un commento