Nel Paese Italia e non solo sembra essere
impossibile toccare gli istituti di credito senza incappare in qualche problema
di tipo giuridico o Costituzionale.
Le banche non devono pagare ma solo
ricevere aiuti, questo sembra essere il nuovo comandamento della politica dopo
che i tecnici del Servizio
bilancio del Senato definiscono la tassa sulle banche,
fondamentale e simbolico tassello delle coperture del decreto Irpef per il
2014, con alta probabilità un balzello incostituzionale.
Sul fatto che le tasse siano dei balzelli
iniqui concordiamo tutti, che lo siano però solo per le banche è assurdo.
Esattamente secondo i tecnici, l’aumento dell’aliquota d’imposta sulla rivalutazione delle quote di Banca
d’Italia porrebbe dei dubbi di costituzionalità in quanto i
“repentini mutamenti del quadro normativo potrebbero finire per definire la
tassazione postuma di una ricchezza non più attuale ovvero non garantire
quell’esigenza di anticipata conoscenza da parte del contribuente del carico
fiscale posto sulle proprie attività economiche, con conseguente possibile
violazione di precetti costituzionali”. In poche parole, tradotto per noi
comuni mortali significa che la modifica retroattiva dell’aliquota rischia di
essere incostituzionale,
e come spiegano i tecnici, codicilli
alla mano, si andrebbe contro gli articoli 41, 53 e 97 della Costituzione, rispettivamente
sulla libertà dell’iniziativa economica, la tassazione “in ragione della
capacità contributiva” e l’equilibrio di bilancio.
Quello che ci chiediamo però è semplice:
perché se a pagare e a contribuire alla ripresa del Paese devono essere gli
Istituti d Credito o altri poteri forti, si trova sempre uno escamotage o la
possibilità di una riduzione della pena pecuniaria, mentre se la faccenda
riguarda noi cittadini sugli arretrati addirittura dobbiamo pagare anche la
mora e gli interessi?
Due pesi e due misure che come sempre ci
mostrano che ovunque si vada il più forte è colui che è in grado di smuovere
mari e monti pur di portare a casa il proprio guadagno non guardando in faccia
nessuno neanche la giustizia divina…
G.M.
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