Molto spesso abbiamo pensato
che quando Berlusconi aveva denunciato di essere vittima di complotti contro di
lui e il suo Governo, si trattasse solo di puro egocentrismo dell’ex Cavaliere
per primeggiare su tutte le pagine dei giornali.
Gli anni passano e si scopre
che forse l’ex premier tutti i torti non li aveva e che in fondo alle sue
parole un fondamento di realtà c’è considerando che in questi mesi si viene a
conoscenza che non solo Monti, Napolitano e Prodi erano stati interpellati per
portare alla caduta di Berlusconi tramite strani complotti ma che la stessa
proposta era stata fatta addirittura anche a Barack Obama. Al Presidente degli Stati
Uniti secondo l'ex ministro del Tesoro, Timothy
Geithner, fu chiesto da alcuni funzionari europei di prendere parte
al complotto per far cadere Silvio
Berlusconi e il suo esecutivo nel 2011 attraverso un piano
segreto al quale però gli Stati Uniti si sottrassero spiegando: "Non
possiamo avere il suo sangue sulle nostre mani".
Per capire meglio la
vicenda misteriosa seguiamo passo per passo cosa ci rivela
Geithner, uno degli uomini più potenti degli States,: "Ad un certo punto
in quell'autunno, alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per
cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere;
volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti del Fmi all'Italia, fino
a quando non se ne fosse andato". Questo non accadde, in quanto gli Stati
Uniti decisero di non prendere parte a quel complotto, ma se tutto questo fosse
vero, avremmo ancora una volta la dimostrazione che a comandare nel nostro
Paese come in altri non sono le persone che noi abbiamo eletto
democraticamente, ma quei poteri forti che si annidano anche all’interno di
quella finanza della massoneria deviata che cerca in ogni modo di assoggettarci,
con qualsiasi mezzo, anche la menzogna.
Fatto sta però che poco dopo
tra lo spread e altre vicende politiche interne, Berlusconi fu comunque
defenestrato e al suo posto guarda caso, fu scelto da Napolitano un tecnico
come Mario Monti che arrivava proprio da quell’Europa delle banche che sembra
aver messo lo zampino ovunque. A questo punto ci chiediamo: Sarà un caso che
dopo che Berlusconi fu sostituito da Monti, «un economista che proiettava
competenza tecnocratica», e la Spagna elesse Rajoy a dicembre, Draghi annunciò un massiccio
programma di finanziamento per le banche, prospettando così la fine della crisi
che poi non avvenne?
Redazione Esteri
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