Proseguono le diatribe a distanza tra il premier e le parti
sociali anche se sembrerebbe che Squinzi abbia deciso di deporre le armi per
mostrarsi disponibile ad un dialogo meno teso.
Lo stesso Squinzi infatti dopo aver fatto acquietare le acque
lasciando passare qualche giorno dalle dichiarazioni piccate di Renzi che aveva
definito «palude» i sindacati e Confindustria è tornato a riaprire le porte spiegando che «La contrapposizione che sta
montando in questo momento è essenzialmente mediatica e non corrisponde alla
nostra visione. Posso garantire fin d’ora che saremo i sostenitori più leali
del governo in attesa delle riforme e di vederle applicate».
C’è chi però vede dietro a questa apparente tregua una forte
preoccupazione da parte di Confindustria che vede dietro ai programmi di Renzi,
progetti irrealizzabili, tant’è che Squinzi teme che ancora una volta gli
imprenditori rimangano a bocca asciutta e che la colpa venga poi attribuita a
lui e ai sindacati additati come quelle forze della conservazione che non hanno
lasciato operare il governo fino in fondo.
Ed è così che ancora una volta i sindacati e Confindustria si
trovano sulla stessa linea d’onda e decidono che d’ora in poi giudicheranno
solo i risultati senza però aperture di credito. Per Squinzi infatti «Al di là
di una carica di fiducia e di entusiasmo, che pure è essenziale dopo anni di
depressione non solo economica, al Paese e alle imprese servono risposte
concrete» è necessario che ci sia «il rispetto delle promesse» a cominciare dai
pagamenti della Pubblica amministrazione.
Il timore soprattutto in questo ultimo caso è infatti che alle
promesse di Renzi non seguano poi i fatti, e che non ci sia la reale volontà di
portare a termine questo progetto considerando ad esempio che al momento il premier
non ha ancora nominato a Palazzo Chigi i capi di dipartimenti chiave come quello
giuridico o quello economico.
Altro fatto allarmante sono i tempi che si sta prendendo Renzi,
che pur partendo in quinta con le parole ad oggi è riuscito a portare a casa
solo un decreto, quello sul lavoro, speriamo che sul resto mantenga i tempi
promessi anche perché maggio si avvicina…
G.M.
Posta un commento