Nel nostro Paese al momento non vi è bisogno di un prelievo forzoso in quanto vi è' già presente un prelievo nascosto ed in alcuni casi anche di usura da parte delle banche.
Il costo dei conti correnti in Italia si attesta sui 300 euro secondo un'indagine di Adusbef e Federconsumatori che hanno preso in esame dati delle 10 maggiori banche italiane (Unicredit, Intesa San Paolo, Bnl, Mps, Banca Popolare, Carige, Popolare di Milano, Banca Sella, Popolare di Vicenza, Credem),esaminando, tassi, costi, spese e condizioni con l'ISC, l'Indicatore sintetico di costo. Il risultato e' che il costo medio di gestione di un conto corrente con "profilo a bassa operatività", varia dai 238,35 euro della BNL ai 337,18 di Unicredit; dai 273,20 di Intesa San Paolo,ai 438,70 della Banca Popolare di Vicenza, con una media ponderata ISC pari a 320,5 euro.
Cifre decisamente maggiori da quelle indicate da Bankitalia. In base allo studio effettuato pagare una bolletta costa fino a 4 euro (BNL), per un bonifico 5 euro (Popolare Vicenza), saldare la rata Imu arriva a costare 10 euro (MPS), saldare una rata di fitto 5 euro (Unicredit), sconfinare sul conto costa il 20% al Banco Popolare; gli interessi sulle somme depositate sono pari allo 0,010 BNL, Unicredit, Intesa San Paolo; Popolare di Vicenza, l'istruttoria veloce costa 50 euro alla Carige ed Unicredit; 40 euro alla Popolare di Milano,30 euro al Banco Popolare.
Prelievi Bancomat da sportello di altra banca: in media è applicato un costo di 2 euro. Gli italiani oggi devono stare ancor più attenti agli istituti di credito, che in alcuni casi avrebbero applicato dei tassi di interesse usurai su mutui e prestiti erogati ai clienti privati e aziende.
La denuncia, partita anche attraverso la trasmissione televisiva "Le iene" è ben nota, e secondo il dott. Gennaro Baccile di SOS Utenti, i mutui iscritti nei bilanci delle banche italiane sono pari a circa 800 miliardi di euro e gli interessi che gli istituti di credito prendono da questi mutui sono circa 40 miliardi di euro. Secondo Baccile il 60% di questi mutui sono teoricamente capestri (con tasso usuraio) e quindi il 60% di questi 40 miliardi dovrebbero tornare nelle tasche dei cittadini invece che rimanere nelle casse delle banche.
Saranno forse questi i motivi per cui il Governo non si è ancora deciso a mettere in atto l'insano proposito del prelievo forzoso sui conti correnti? Lo scopriremo nei prossimi mesi...
G.M.
mercoledì 18 dicembre 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Posta un commento