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martedì 24 febbraio 2015

Più Esteri - Il Genocidio di Khojaly


 Il Genocidio di Khojaly


Sono passati 23 anni ma per il popolo della Repubblica dell’Azerbaijan è come se fosse accaduto ieri e il dolore misto alla rabbia di chi vorrebbe non riconoscere questo genocidio si fa sempre più forte.

Stiamo parlando del massacro di Khojaly durante il quale vennero uccisi centinaia di civili nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 1992, durante la guerra del Nagorno-Karabakh, di cui questa tragedia rappresenta probabilmente l’evento più cruento.

Ricordiamo che Khojaly si trovava sulla strada che da Agdam conduceva fino a Stepanakert, ed era situata in prossimità dell’unico aeroporto presente nel Karabakh, controllato dall'esercito azero e necessario per poter ricevere i rifornimenti. Questo era quindi un obiettivo strategico da colpire per le forze armene. Ed è così che la sera del 25 febbraio 1992 l’esercito armeno, coadiuvato dal 366° Reggimento di fanteria russo, iniziò ad attaccare la città.

In Azerbaigian il massacro di Khojaly è riconosciuto come un vero e proprio genocidio, perpetrato nei confronti dell’indifesa popolazione azera dalla furia dell’esercito armeno che secondo molti testimoni, per lo più i sopravvissuti, vedono l’esercito armeno accusato di aver fatto fuoco sui civili in fuga dalla città, e di avere mutilato alcuni corpi di uomini, donne e bambini rimasti uccisi durante gli scontri e successivamente ritrovati sfigurati, con mani e piedi tagliati.

Anche fonti indiscusse come l’Osservatorio dei Diritti Umani, Human Rights Watch e altri istituti internazionali, confermano che il massacro fu commesso dalle forze armate armene, con l'aiuto del 366º Reggimento Motorizzato fucilieri russo. Il bilancio ufficiale fornito dalle autorità della Repubblica dell’Azerbaijan è di 613 civili, tra cui 106 donne e 83 bambini e per la Croce Rossa Internazionale vi sarebbero stati anche circa tremila azeri dispersi.


Questo massacro secondo i cittadini dell’Azerbaijan era stato premeditato e ricordano che in quei giorni ricorreva il quarto anniversario del pogrom di Sumgait, avvenuto il 27 febbraio 1988, quando nei quartieri armeni della cittadina azera si scatenò una vera e propria caccia all'uomo che causò un ingente numero di vittime tra la popolazione armena. Il massacro di Khojaly sarebbe quindi stato attuato volutamente dall’esercito armeno per vendicare le vittime di Sumgait cadute per mano azera. 

È proprio in difesa di queste tesi che Baku punta a denunciare a livello internazionale quello che per tutti nel paese caucasico è “il genocidio degli azeri”, il momento più buio nella storia del paese in seguito al raggiungimento dell’ Indipendenza.

Noi vogliamo ricordare insieme ai nostri fratelli dell'Azerbaijan tutte quelle vittime innocenti, non solo del genocidio di Khojaly ma di tutte quei conflitti che colpiscono sempre la parte più debole della popolazione: bambini, donne e anziani, la cui unica colpa è quella di essere le più facili prede davanti ad un esercito munito di crudeltà e di fucili pronti a tutto.



G.M.

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