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martedì 20 gennaio 2015

Più Politica - Il Massacro del Gennaio Nero



Il Massacro del Gennaio Nero 



Le guerre e i conflitti molto spesso portano con se oltre alla desolazione e alla morte anche stragi dimenticate di cui si decide a volte per volontà superiori e interessi politici di perderne la memoria.

Molti sono i casi avvenuti soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale e negli anni successivi. La più eclatante che si è deciso di mettere nel dimenticatoio è sicuramente quella del massacro di Biscari, un crimine di guerra compiuto dall'esercito degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale quando vennero uccisi 76 prigionieri di guerra tedeschi ed italiani. Certo è che in questi giorni si commemora un altro massacro che ha visto coinvolti come sempre innocenti dimenticati, quello del XXV anniversario del “Gennaio Nero” di Baku.

Se nel caso che ha visto coinvolti i nostri connazionali il 14 luglio del 1943 nelle campagne di Piano Stella, vicino a Biscari, oggi Acate, località siciliana, solo nel 2009 il superstite Giuseppe Giannola fu ricevuto al Quirinale dal Generale Rolando Mosca Moschini, Consigliere Militare del Presidente Giorgio Napolitanoal quale consegnò una lettera appello, rivolta al Presidente della Repubblica, nella quale chiedeva che si facesse di tutto per individuare il luogo ove furono seppelliti i suoi commilitoni, per restituire l'onore ai giovani sterminati quella mattina, cancellando quindi quei nomi dall'elenco dei dispersi e/o dei disertori, in Azerbaijan si attende ancora come chiesto dall'allora Leader Nazionale Heydar Aliyev, di considerare quanto accaduto nella tarda notte del 19 Gennaio del 1990, quando in una operazione portata avanti dall'allora presidente dell’Unione Sovietica, Mikhail Gorbachev, per imporre alla popolazione il silenzio, per mezzo del soffocamento delle manifestazioni pacifiche iniziate come lotta per l’indipendenza e anche contro la politica unilaterale, parziale e prevenuta sul conflitto armato armeno-azerbaigiano del Nagorno-Karabakh, dove vennero uccise 147 persone e più di 700 ferite, il riconoscimento di ciò come crimine contro l’umanità

Certo è che se nel caso dei nostri militari un riconoscimento, anche se parziale, arrivò solo il 14 luglio 2012 quando è stata apposta a San Pietro una targa di marmo che ricorda i nomi di tutti i soldati italiani uccisi nella strage e quattro tedeschi, in Azerbaijan per far in modo che questa data non fosse dimenticata Heydar Aliyev per sua iniziativa permise nel 1993 che il Parlamento dichiarasse il 20 gennaio giorno di lutto nazionale, e come sottolinea l’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaijan in Italia Il 20 gennaio in Azerbaigian rappresenta una data impressa nelle memorie, simbolo di tragedia e di eroismo ed è molto importante per il paese oggi aumentare la conoscenza della storia azerbaigiana nella comunità internazionale e vedere questo terribile crimine riconosciuto legalmente e i suoi esecutori puniti”.

Questo però sembra essere il destino di molti massacri: dimenticati forse per evitare di colpire quelli che sono rimasti i colpevoli impuniti e un monito per chi forse dovrebbe imparare a leggere la storia non solo sui libri ma anche a ragionare sui tanti perchè che hanno portato alla volontaria cancellazione o forzata dimenticanza di molti avvenimenti che hanno coinvolto vittime innocenti che resteranno senza giustizia anche a causa nostra che abbiamo fatto in modo di diventare schiavi anche a livello culturale.

Giulia Macchi 




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