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venerdì 2 gennaio 2015

Più Politica - Cooperanti: le loro scelte le pagheremo noi




Ormai viviamo in un mondo dove l’etica e la morale sembrano volgersi sempre ed unicamente verso gli interessi di pochi e questo accade anche con il beneplacito dei media e di coloro che con il loro volersi schierare a tutti i costi intraprendono a volte battaglie solo di facciata non rendendosi conto che così non si risolverà mai nulla.

Dopo il caso delle due cooperanti italiane rapite in Siria, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, sorgono spontanee parecchie domande a coloro che con occhi esterni guardano la politica estera italiana. Ebbene sì, giusto o sbagliato che sia pagare il riscatto di due giovani ragazze che per proprio libero arbitrio hanno deciso di recarsi in un Paese dove si sa, i cristiani non sono particolarmente amati, e sono state rapite, tutti sono pronti a stracciarsi le vesti pur di vederle tornare compreso pagare milioni di euro e nel frattempo mettono nel dimenticatoio i nostri due Marò che ingiustamente ancora si trovano prigionieri in India.

Senza poi mettere in conto anche il gravissimo fatto che: cedere al ricatto pagando il riscatto richiesto da una frangia estremista di terroristi islamici significa dare l’avvio ad un sicuro business che andrà a rimpinguare le casse del terrorismo, così come è stato con la sovvenzione dei 1500 euro agli extracomunitari clandestini che volevano tornare in Patria.

Si tratta di un mondo strano quello che, forse a volte preferendo aiutare chi ha deciso di mettere in pericolo la propria vita consapevolmente piuttosto che chi si è trovato vittima del proprio lavoro, non guarda in faccia la realtà di centinaia di italiani che con quei milioni potrebbero avere un sospiro di sollievo e veder così salvate decine di vite di imprenditori che a causa della crisi hanno deciso di togliersi la vita.



Ciò che ci ha colpito è sentire il Capo dello Stato ricordare le due giovani cooperanti e non dire neanche una parola sui due marò. Perché non rivolgere un pensiero anche ai due nostri militari? Speriamo che non si tratti come sempre di quella politica di una certa area della sinistra che da sempre vede solo alcune vittime e non tutte, come se le cooperanti perché facenti parte di una certa ala vicina alle loro idee meritino più attenzione che quei militari ai quali non resta che da sempre essere considerati “gli antagonisti”. 

Crediamo che tutti meritino rispetto e la giusta considerazione e che forse prima di pensare di partire per un Paese in guerra come volontarie sia necessario anche pensare ai pericoli ai quali si incorre e che a pagare per la superficialità di qualcuno non debba essere tutta la società sotto il silenzio assordante del “ falso catto-comunismo”.

G.M.

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