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sabato 13 dicembre 2014

Più Politica - Ritorno del partito di Gramsci e dipartita della Lega Nord



Un partito che va e l’altro che torna. Stiamo parlando di due partiti che entrambi hanno puntato tutto il loro successo sulla consapevolezza che la politica vera è quella che si fonda sul porta a porta e che necessita di un leader carismatico.

In entrambi i casi la loro sopravvivenza è avvenuta solo fino a quando a dirigerli c’erano due personalità forti che oltre al pugno di ferro avevano anche la capacità di ascoltare le esigenze del Popolo e la lungimiranza. Stiamo parlando del P.C.I. dell’era di Berlinguer e della Lega Nord quando ancora Umberto Bossi aveva quella caparbietà che gli aveva permesso in più occasioni di salvare il suo partito da fronde interne e di non scendere a compromessi per la sua salvezza o quella del movimento.

Nel caso del P.C.I., partito morto ormai da anni, dopo le vicissitudini che lo hanno visto frammentato fino ad arrivare ad oggi almeno ad 11 sigle che lo rappresentano, compreso il Pd di Renzi che sembra più un partito di centrodestra, qualcuno vorrebbe tornare all'era del Partito Comunista d'Italia di Antonio Gramsci, e così il simbolo del vecchio-nuovo PCdI è identico a quello del Pci, ma in questo caso per sapere se realmente questo accadrà sarà necessario aspettare il beneplacito che dovrà essere dato ai nuovi "eredi" per poterlo utilizzare ufficialmente.

Nella Lega Nord invece, voci di corridoio affermano che il nuovo Leader sarebbe pronto dopo aver rottamato Telepadania e il giornale La Padania a fare lo stesso anche con il partito.

Ebbene si, c’è chi giura, che dopo le varie liti tra Maroni e Tosi contro Matteo Salvini, quest’ultimo starebbe pensando di fondarsi un suo partito per riuscire a diventare il candidato unico per un centrodestra che avrà come alleato ancora una volta Berlusconi. Tutto sarebbe già stato deciso a tavolino, compreso il far saltare la Lega Nord al Sud, che con il suo nuovo progetto non sarebbe più necessario.

Che dire, come sempre tutto cambia per non cambiare nulla, i nomi o i simboli possono essere diversi ma quello che fa la differenza sono come sempre le idee e gli uomini che devono sapersi evolvere ma con la consapevolezza che gli ideali e soprattutto gli elettori non possono essere presi in giro a vita, prima o poi si sveglieranno e allora saranno guai per tutti.



Giulia Macchi

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