In un Paese dove l’unità sembra essere solo dichiarata e
professata a parole anche i Sindacati si dividono. Ed è così che le tre sigle
Sindacali si vedono sparigliate in quella che dovrebbe essere per alcuni la
lotta comune a favore dei lavoratori.
Troviamo così la Cgil e la Uil pronte insieme a scendere in Piazza a
dicembre per lo sciopero generale, mentre la Cisl a stretto giro di boa fa
sapere: «Noi non ci siamo sfilati, non abbiamo mai valutato di dichiarare lo
sciopero generale».
Sembrerebbe così che
il 12 dicembre, data in cui si svolgerà lo sciopero generale per la Cgil e la
Uil, avremo anche la certezza che sia reale quella che viene definita dalla
Camusso «l'importante convergenza» trovata con la Uil sulla legge di Stabilità
e sul Jobs act. Attendiamo quella data per averne la conferma considerando che
in un Paese dove lo stesso partito di governo si trova giornalmente in
disaccordo al suo interno per motivi a nostro avviso di “faide interne”, tutto
può accadere, anche che una delle due Sigle Sindacali riesca a trovare un
accordo con Renzi e a sfilarsi magari all'ultimo momento.
Certo è che la tanto declamata ‘unità’ in un Paese come il
nostro, sempre più diviso da evidenti difficoltà dovute sia dall'economia che
dalla politica non può più pensare di vivere solo su ideologismi di vecchio
stampo ma deve pensare a come far diventare una peculiarità come la diversità,
che esiste nel Paese Italia, il punto forte di una nuova economia basata su
nuovi modelli. Solo in questo caso, nel riconoscimento delle diversità
territoriali si potrà combattere uniti per uscire da questa crisi che
attanaglia un Paese basato sulla vecchia logica del: divide et impera.
G.M.
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