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sabato 15 novembre 2014

Più Esteri - L’ignoranza è cattiva maestra e porta ad errori di valutazione



Troppo spesso conflitti e soprusi nei confronti di popolazioni a noi vicine vengono messi sotto silenzio o ancor peggio mistificati nella speranza che nessuno porti a galla la storia e la verità. E’ più semplice chiudere gli occhi e aprire la bocca a sproposito per evitare di risolvere i problemi. Oggi vi vogliamo parlare di un Paese, l’Azerbaijan che per cultura è molto simile al nostro, culla di grandi scrittori purtroppo sconosciuti ai più che sono stati paragonati per la propria bravura al nostro Manzoni, che si trova però a dover combattere da sola contro delle leggi inapplicate che vedono parte del proprio territorio occupato abusivamente dall'Armenia. Come se questo non bastasse, in Europa ed in particolare in Italia, dove parte della storia di questa zona Caucasica non viene insegnata, si trovano ad essere attaccati mediaticamente in casi come quello del 12 Novembre, dove per difendere i propri confini sono stati costretti nell'ambito delle continue violazioni del cessate il fuoco da parte dell'Armenia nei territori dell'Azerbaigian, sotto occupazione militare da oltre 20 anni, ad abbattere un elicottero militare armeno dopo che uno dei due elicotteri dell'Armenia aveva attaccato truppe azerbaigiane, all'interno dello spazio aereo azerbaigiano. Personalmente amo molto questo territorio Euroasiatico perché mi sento legata a quella cultura millenaria ed entusiasmo con il quale i suoi rappresentanti stanno occidentalizzando il Paese e che grazie al proprio senso democratico si sono resi l’unica Repubblica che è riuscita a far convivere religioni diverse che spaziano dal Cristianesimo all'Islam per la loro capacità di dialogo e apertura nei confronti del diverso mantenendo integra e diffondendo allo stesso tempo la propria tradizione e cultura. Per meglio comprendere questo conflitto e quanto successo abbiamo deciso, a differenza di altri giornali di riportarvi quella che è la storia dell’Azerbaijan, che potrete trovare anche sul sito dell’Ambasciata dell’Azerbaijan in Italia, con una piccola premessa e considerazione da parte della stesso Ufficio Stampa sull'evento di cronaca, questo per far si che le notizie non siano solo scritte da noi giornalisti ma anche analizzate con gli strumenti necessari dai voi lettori.

Vaqif Sadıqov Ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian presso la Repubblica Italiana
STORIA e CONSIDERAZIONI 

(Ufficio Stampa dell’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian nella Repubblica italiana) 

Abbiamo appreso con dispiacere come non sempre la stampa abbia sottolineato che lo spazio aereo in cui il fatto è avvenuto fosse dell'Azerbaigian, e ancor più raramente è stato fatto il giusto inquadramento storico del conflitto del Nagorno-Karabakh tra Armenia ed Azerbaigian. Si sono usati termini inappropriati, si è parlato di "regione contesa" o di "regione incorporata all'Azerbaigian". Desideriamo e riteniamo doveroso chiarire dunque che il conflitto del Nagorno-Karabakh risale agli inizi del 19° secolo. Nel 1828, dopo una lunga guerra tra la Russia e la Persia, l'Azerbaigian venne diviso in due parti. La parte settentrionale divenne parte della Russia, la parte meridionale territorio persiano. Secondo un trattato firmato da Russia, Turchia e Persia, la Russia trasferì da questi paesi al territorio del Nagorno-Karabakh 120.000 armeni, al fine di creare una roccaforte nei territori dell'Azerbaigian appena occupati. Dopo la rivoluzione russa, il 28 maggio 1918, l'Azerbaigian del Nord ottenne l'indipendenza dalla Russia, e, con la denominazione di Repubblica Democratica dell'Azerbaigian, venne riconosciuto da molti paesi dell'Europa. L'indipendenza durò solo quasi 2 anni a causa di una nuova invasione sovietica. Dopo la riconquista dell'Azerbaigian da parte dell'Armata Rossa e la sua incorporazione nell'Unione Sovietica, al Nagorno-Karabakh venne concesso un elevato grado di autonomia all'interno dell'Azerbaigian. Il popolo armeno nel Nagorno-Karabakh godeva di tutti i diritti delle minoranze, che potevano coltivare la loro lingua e cultura attraverso numerose scuole, teatri, università, chiese ecc. Nel 1988, con l'URSS in declino, diversi movimenti ultra nazionalisti armeni promuovevano pretese territoriali contro l'Azerbaigian, chiedendo l'annessione del Nagorno-Karabakh all'Armenia. Da qui l'inizio di una guerra non dichiarata dell'Armenia contro il paese confinante. Da oltre 20 anni, con l'occupazione militare da parte dell'Armenia del Nagorno Karabakh, regione dell'Azerbaigian, e delle sette regioni azerbaigiane circostanti, l'Armenia ha invaso, in cifre, il 20% del territorio dell'Azerbaigian, causando distruzioni e rovina. Tale occupazione ha causato la morte di 30 mila cittadini dell'Azerbaigian, e ha costretto la comunità azerbaigiana del Nagorno Karabakh, regione dell'Azerbaigian, e delle 7 regioni circostanti, ad abbandonare le proprie case. Oggi in Azerbaigian vive oltre un milione di rifugiati e di profughi interni: 250 mila azerbaigiani che vivevano in Armenia prima del 1988 (ora rifugiati), quando sono stati oggetto di una vera pulizia etnica da parte dell'Armenia, e oltre 750 mila provenienti dai territori dell'Azerbaigian occupati dall'Armenia (ora profughi interni), di cui 50.000 dallo stesso Nagorno Karabakh, dove risiedevano fino al 1992, e 700 mila provenienti dai territori circostanti. Quando si parla del conflitto del Nagorno Karabakh tra Armenia ed Azerbaigian è importante ricordare che ci sono quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, n.822, 853, 874 e 884 del 1993, che invocano il ritiro delle forze armate armene dai territori dell'Azerbaigian occupati, che sono state ripetutamente ignorate, così come altri documenti dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, del Consiglio d'Europa, dell'Unione Europea, del Parlamento Europeo, di OSCE, della NATO, etc. Ultima in ordine temporale la Risoluzione del Parlamento Europeo del 23 ottobre 2013, in cui nel paragrafo 16 si dice che la risoluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh tra Armenia ed Azerbaigian dovrebbe essere conforme alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e ai principi fondamentali del Gruppo di Minsk dell'OSCE sanciti nella dichiarazione comune del G8 dell'Aquila del 10 luglio 2009. Già nel 1994, il Governo dell'Azerbaigian aveva dichiarato ufficialmente che a causa del conflitto in corso lo spazio aereo al di sopra della regione del Nagorno-Karabakh era dichiarato chiuso, e che ogni volo nello spazio aereo azerbaigiano privo di permesso apposito da parte delle autorità azerbaigiane sarebbe stato considerato come una violazione della sovranità azerbaigiana e della legislazione nazionale, con pesanti conseguenze, in accordo con il diritto internazionale. Tale dichiarazione fu distribuita attraverso l'Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile a tutti i suoi membri. Questo è perchè ci domandiamo: cosa faceva un elicottero militare dell'Armenia nello spazio aereo dell'Azerbaigian senza un permesso ufficiale? Altri paesi, inclusa l'Italia, tollererebbero una tale enorme violazione dei suoi confini internazionalmente riconosciuti?

L'episodio del 12 Novembre testimonia ancora una volta che la pace e la sicurezza della regione può passare solo attraverso il ritiro delle forze militari dell'Armenia dai territori dell'Azerbaigian occupati e dal ripristino dell'integrità territoriale dell'Azerbaigian, da troppi anni violata.


Fonte comunicato stampa: http://www.azembassy.it/

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