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martedì 21 ottobre 2014

Più Politica - Quando l’economia detta la linea politica

Come sempre ci troviamo ad affrontare un discorso che per molti potrebbe essere annoverato tra quelle ‘storie’ che potrebbero essere segnalate tra i famosi ‘complotti’.

Che si tratti di realtà o di fantasia sicuramente ci è sembrato poco casuale che proprio a pochi giorni dall'inaugurazione dell’inizio dei lavori per la costruzione del gasdotto Trans-Adriatic Pipeline (Tap) vi siano stati i primi attacchi verso la Repubblica dell’Azerbaijan anche su giornali nazionali che fino ad oggi poco o per nulla hanno parlato di questa zona euroasiatica. Il Tap porterà il gas naturale dei giacimenti di Shah Deniz (Azerbaijan) in Europa attraverso la Grecia, l'Albania e l'Italia e la vendita della Desfa, l'azienda pubblica greca per la distribuzione del gas, alla compagnia statale della Repubblica dell’Azerbaijan Socar, permetterà anche in Italia di avere finalmente una liberalizzazione sulla fornitura di energia e quindi una maggiore concorrenza sul mercato che permetterà un risparmio reale per le tasche dei cittadini. L’Azerbaijan, che molti di voi si ricorderanno per la partita che ha disputato qualche settimana fa con la nostra Nazionale, oggi risulta essere uno dei principali Paesi emergenti che vede molte delle nostre aziende esportare prodotti con indotti molto alti.

L’impressione che abbiamo avuto dopo aver letto quelle strane agenzie nelle quali si leggeva di una presunta "violazione dei diritti umani portata avanti dal presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev", è che qualcuno si sia accorto delle potenzialità e delle risposte che potrebbe dare una Repubblica come questa non solo per quanto riguarda il risparmio a livello economico derivante dal Tap e quindi della perdita di danaro per le Lobby che fino ad ora hanno imperato imponendo i propri esosi costi per tale fornitura, ma soprattutto il timore che la nostra economia si possa risollevare anche grazie a queste opportunità che vengono offerte alle nostre piccole e medie imprese che sempre più stanno trovando un florido mercato a Baku.

E così a nostro parere, chi ci vorrebbe vedere schiavi di una economia in depressione e obbligati a vivere con una unica possibilità di forniture di energia, non potendo combattere la Repubblica dell’Azerbaijan con i fatti, ha preferito denigrarla se non addirittura cercare ‘violazioni’ inesistenti.

Questa è solo una nostra riflessione. Un ultimo esempio: se esiste un solo panettiere, sarà lui a decidere il prezzo del pane, e con grande probabilità si farà pagare per essere l’unico, con un costo alto del suo prodotto. Ma se dovessero iniziare ad esserci due panettieri, sicuramente il primo se vuole continuare a mantenere i propri clienti, sarà costretto ad abbassare i prezzi per creare concorrenza. 
Questo non potrebbe accadere anche nel nostro caso? Secondo voi chi ci rimetterebbe con il Tap? Voi o le grandi lobby che fino ad oggi hanno avuto il monopolio?


G.M.

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