Molti Stati parlano di Indipendenza ma solo pochi sono quelli che realmente la hanno ottenuta e tra questi ricordiamo l’Azerbaijan.
Stato situato nella zona caucasica a sud dello spartiacque montuoso che lo separa convenzionalmente dall'Europa e che confina con il Mar Caspio a est, con la Russia a nord, la Turchia a ovest, la Georgia a nord-ovest, l'Armenia a ovest e l'Iran a sud, che festeggerà il 18 ottobre il suo “indipendence day”.
Ricordiamo infatti che il popolo dell’Azerbaijan ha ottenuto questo importante risultato dopo lunghe
lotte e tentativi, tant'è che dopo il collasso dell’Impero russo al termine della prima guerra mondiale, l’Azerbaijan, con Armenia e Georgia, divenne parte della Repubblica sovietica socialista federativa trans caucasica, ma quando la Repubblica venne sciolta nel maggio 1918, il Paese dichiarò la propria indipendenza e fu creata la Repubblica democratica dell’Azerbaigian, che fu la prima Repubblica parlamentare musulmana al mondo, questa però ebbe termine solo due anni dopo a causa dell’invasione dell’Armata rossa. Solo nell'anno 1921, a seguito di una serie di unioni e di nuove scissioni tra i Paesi della regione, ma sempre sotto il controllo di Mosca, l’Azerbaijan ottenne l’indipendenza dall'Unione Sovietica. Per dovere di cronaca il tutto non avvenne in maniera così semplice, in quanto il 20 gennaio dell’anno precedente, entrato nella storia dell’Azerbaigian come il “gennaio nero”, le truppe sovietiche avevano soffocato nella violenza delle manifestazioni a Baku: ufficialmente si parla di centinaia di morti, ufficiosamente di migliaia, ma nonostante questo, la determinazione del popolo permise il 30 agosto 1991 al Soviet supremo dell’Azerbaijan di votare una risoluzione per il distacco dall'Unione Sovietica e il successivo 18 ottobre l’Azerbaijan dichiarò la propria indipendenza.
Una storia questa che ci mostra come sia possibile ottenere quella indipendenza di cui in Italia ed in altri Paesi si parla ma non si vogliano comprendere le difficoltà che bisogna affrontare per ottenerla. Certamente la strada è lunga e irta di ostacoli e coloro che credono fermamente nell'indipendenza devono lottare e combattere anche a rischio della propria incolumità.
Giulia Macchi
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