Tutti
hanno parlato in questi giorni della tragica vicenda che ha visto coinvolto Michael Brown, un ragazzo afroamericano di diciotto
anni disarmato che è stato ucciso con sei colpi di pistola da un poliziotto
bianco a Ferguson, in
Missouri, e delle
conseguenti tensioni venutesi a creare nella cittadina, ma nessuno o pochi,
hanno osato parlare della vera motivazione che ha portato tanto subbuglio.
La vera
paura in America come nel resto del mondo è quella di affrontare il reale
problema della società in senso lato: negare la differenza a parole e poi nei
fatti di tutti i giorni scoprire che vi sono ancora elementi razziali come in questo caso che entrano a
forza in tutte le case degli americani dove il degrado urbano, la segregazione
e povertà acuiscono quella tensione a
sfondo razziale fra autorità e popolo che tutti cercano di nascondere dietro un
velo di ipocrisia.
E così si scopre a malincuore anche in
America, che non basta aver eletto Barack Obama come Presidente per dimenticare
e superare gli anni di segregazione razziale, qualcosa sembra essere rimasto ancora
nelle menti del popolo come una sorta di credenza per la quale anche se non
esistono dati nazionali, quelli del database del dipartimento di giustizia del
Missouri, dove il sud
e il midwest confluiscono, si certifica che gli afroamericani sono oggetto di
fermi e perquisizioni più di quanto non lo siano i bianchi. Che dire, forse
anche per questo stanno ancora creando disordini i cittadini afroamericani di
Ferguson e non solo per
protestare per l’uccisione il 9 agosto di un ragazzo afroamericano disarmato,
Michael Brown, da parte di un agente della polizia locale.
Quello che
noi crediamo è che la risposta non è né quella dei cittadini che con rabbia
hanno lanciato pietre e bottiglie contro gli agenti in tenuta antisommossa né
quella della repressione della polizia, ma forse quella di ammettere che se
delle differenze razziali esistono devono essere riconosciute e discusse invece
di essere negate solo a parole.
Il pericolo
della negazione di un problema non è mai una soluzione e la dimostrazione più lampante
è sicuramente quella della situazione delle banlieue francesi, dove tutti si sono amalgamati a parole ma non
conoscendosi veramente per quella che è la propria cultura e tradizione ha portato
delle conseguenze devastanti di cui ormai siamo tutti inermi spettatori.
G.M.
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