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martedì 19 agosto 2014

Più Esteri - A volte non basta avere un Presidente ‘nero’ per superare il problema razziale

Tutti hanno parlato in questi giorni della tragica vicenda che ha visto coinvolto Michael Brown, un ragazzo afroamericano di diciotto anni disarmato che è stato ucciso con sei colpi di pistola da un poliziotto bianco a Ferguson, in Missouri, e delle conseguenti tensioni venutesi a creare nella cittadina, ma nessuno o pochi, hanno osato parlare della vera motivazione che ha portato tanto subbuglio.

La vera paura in America come nel resto del mondo è quella di affrontare il reale problema della società in senso lato: negare la differenza a parole e poi nei fatti di tutti i giorni scoprire che vi sono ancora elementi  razziali come in questo caso che entrano a forza in tutte le case degli americani dove il degrado urbano, la segregazione e povertà  acuiscono quella tensione a sfondo razziale fra autorità e popolo che tutti cercano di nascondere dietro un velo di ipocrisia. 

E così si scopre a malincuore anche in America, che non basta aver eletto Barack Obama come Presidente per dimenticare e superare gli anni di segregazione razziale, qualcosa sembra essere rimasto ancora nelle menti del popolo come una sorta di credenza per la quale anche se non esistono dati nazionali, quelli del database del dipartimento di giustizia del Missouri, dove il sud e il midwest confluiscono, si certifica che gli afroamericani sono oggetto di fermi e perquisizioni più di quanto non lo siano i bianchi. Che dire, forse anche per questo stanno ancora creando disordini i cittadini afroamericani di Ferguson e non solo per protestare per l’uccisione il 9 agosto di un ragazzo afroamericano disarmato, Michael Brown, da parte di un agente della polizia locale.

Quello che noi crediamo è che la risposta non è né quella dei cittadini che con rabbia hanno lanciato pietre e bottiglie contro gli agenti in tenuta antisommossa né quella della repressione della polizia, ma forse quella di ammettere che se delle differenze razziali esistono devono essere riconosciute e discusse invece di essere negate solo a parole.

Il pericolo della negazione di un problema non è mai una soluzione e la dimostrazione più lampante è sicuramente quella della situazione delle banlieue francesi, dove tutti si sono amalgamati a parole ma non conoscendosi veramente per quella che è la propria cultura e tradizione ha portato delle conseguenze devastanti di cui ormai siamo tutti inermi spettatori.


G.M.

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