Il governo italiano ha deciso:
fornirà armi leggere e munizioni ai curdi che combattono contro gli jahdisti
sunniti dello Stato Islamico in Iraq. Questa la ricetta del nostro ministro
della Difesa, Roberta Pinotti, che
sottolinea: «In Iraq è in corso una gravissima crisi umanitaria e una
compromissione della sicurezza regionale» e l’Italia «non è sola nella difesa
di popolazione inermi perchè già altri Paesi europei come Francia, Gran
Bretagna e Germania si sono attivati».
E se per un altro ministro del
governo, quello degli Esteri Federica Mogherini, si tratta di un intervento “indispensabile” noi
crediamo che fornire armi durante un conflitto non sia la soluzione ad un
problema, ma anzi, un modo per renderla ancora di più lunga durata e con un
maggiore numero di vittime, la maggior parte civili innocenti che avremo sulla
coscienza.
Perché si è deciso insieme ad altre Nazioni di investire una
così ingente quantità di danaro per intervenire in questo conflitto? Perché si
è preferito pensare a quello che sta accadendo in Iraq invece che investire in
cure e cercare di contrastare una malattia come l’ebola che ogni giorno sotto
il silenzio dei media e dei governi miete centinaia di vittime e si sta
allargando a macchia d’olio?
Forse potrebbe aver ragione chi afferma che quella della guerra
è una grande macchina che serve per produrre danaro e che non a caso, quando
sorgono problemi di tipo economico come le grandi crisi, scoppiano, forse
create ad arte grandi guerre che permettono ai soliti noti, tanto di
distogliere la popolazione dai veri problemi quanto di far guadagnare quelle
lobby che sulle armi e la vita delle persone ci vivono.
A questo punto ci chiediamo anche: chi avrà fornito le armi agli
jahdisti sunniti dello Stato Islamico in Iraq che stanno
sterminando i curdi? Forse sono gli stessi che ora stanno armando anche i
curdi?
Tante domande che come sempre
non avranno mai una risposta ma solo la certezza che le guerre non finiranno
mai fin quando ci sarà qualcuno disposto a vendere o a regalare armamenti.
G.M.
Posta un commento