Ma sono loro i veri traditori?
Oggi vorrei soffermarmi sulla storia di un partito che nato come movimento di liberazione per un Popolo, quello del Nord, alla fine si è lasciato coinvolgere da quella che da sempre ha chiamato “Roma Ladrona”.
Di errori nella storia se ne parla spesso, è facile parlare dopo, ma ci sono sviste che non possono passare sotto silenzio. Quando gli ideali si trasformano in scope o potere monarchico qualcosa inizia ad incrinarsi e si perde spesso di vista l’obiettivo. Vorrei chiedere al nuovo Leader della Lega Nord come si concilia l’indipendenza della Padania con la nascita dei nuovi pseudo leghisti del Sud.
Chi ha deciso di lasciare il movimento o meglio il nuovo partito di Salvini in queste settimane, viene visto come chi, con l’avvento di Maroni che sostituì Bossi, lasciò la Lega: traditori. Ma quello sul quale vorrei soffermarmi è: il traditore è chi ha cambiato la propria posizione sugli ideali su cui si è fondato il movimento in origine o chi ha lasciato perché non si riconosce più in quella linea diventata come si sarebbe detto un tempo “Italiota”?
La coerenza in un Paese come il nostro sembra essersi persa per strada anche se, penso, che alcuni ancora ne possiedano e forse a loro dovremmo iniziare a credere, a coloro che a spese proprie hanno rinunciato a tutto per quell'ideale.
Certo “chi abbandona non può combattere dal di dentro” mi è sempre stato detto, ma a distanza di anni mi sembra che anche chi è rimasto “dentro” non ha fatto altro che seguire l’onda di quel cambiamento che nulla ha portato, se non ad uno svilire di tutto quello in cui si credeva “la Libertà dei Popoli”.
Forse chi ha tradito ha fatto bene a farlo, forse la storia non è quella che ci è stata raccontata, e quel lupo cattivo era semplicemente chi aveva già capito che il vecchio guerriero non avrebbe potuto fare nulla contro chi ormai, aveva in pugno quel movimento, che diventato partito, ha perso il suo senso e il suo progetto ancor prima di vedere i primi risultati.
G.M.
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