Vi proponiamo un articolo sulla strage di Parigi scritto da un giovane aspirante giornalista, Emanuele Castiello, che frequenta le scuole elementari di Solaro (MI).
L’ASSALTO
Il 7 gennaio 2015 un gruppo di tre terroristi dell’ISIS sono entrati nella redazione satirica del Charlie Hebdo.
Dodici vittime nella redazione tra vignettisti, editorialisti e giornalisti. Molte persone pur essendo minacciate continuano il proprio lavoro. Altri no. I redattori del giornale satirico Charlie Hebdo –giornale che fa satira con vignette-erano persone che andavano avanti. Nel 2011 all'interno della redazione esplose una bomba. Ma il direttore e i collaboratori, ovviamente ebbero paura ma continuarono con dedizione.
Il Charlie Hebdo era un giornale satirico. Occupandosi di satira adoperava le vignette e prendeva in giro anche la religione. Così un paio di giorni fa tre terroristi che appartenevano all’ISIS, andarono alla sede del giornale e prima uccisero i poliziotti che lo sorvegliavano, poi entrarono in redazione e fecero fuoco contro i redattori massacrandoli.
Oltre agli innumerevoli morti vi sono anche molti feriti. Il commando disse in islamico che “Allah è grande”. Ma cosa c’entra Allah con una strage? Sul Corano non c’è scritto questo, la religione non vuole questo, Allah non vuole questo, ma loro si ostinano a crederci e a dirlo. L’ISIS è protagonista di attentati anche a scuole. Hanno ucciso studenti e giornalisti perché ragionano; e, ai terroristi dà fastidio che la gente possa ragionare e per questo la uccidono.
I colpevoli dopo essersi nascosti in un casolare vennero scoperti dalla polizia e dopo un conflitto a fuoco i due terroristi responsabili dell’attentato sono morti. Probabilmente il terzo è quello che ha ucciso ieri una poliziotta e pure lui è stato ucciso in una sparatoria.
Erano veramente loro gli assassini oppure sono stati adoperati come capro espiratorio?
Emanuele Castiello
Emanuele Castiello
“Tutti possono migliorare, a dispetto delle circostanze,
e raggiungere il successo
se si dedicano con passione a ciò che fanno.”
(N. Mandela)
Posta un commento