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venerdì 29 agosto 2014

Più Territori - Viaggio a Rocca Calascio con l’E.P.A.S.




Foto di Angelo Locati 
Prosegue il viaggio dei membri dell’E.P.A.S. (European Paranormal Activity Society) alla scoperta di leggende e luoghi misteriosi per farci conoscere una Italia misteriosa di cui pochi conoscono l’esistenza. Come più volte spiegato dal Presidente internazionale Massimiliano Maresca, “l’Associazione non si occupa solo dei fenomeni paranormali ma anche di riportare alla luce tradizioni e racconti popolari”.

Il Presidente provinciale di Monza e Brianza, Angelo Locati, membro internazionale del gruppo si è recato a Rocca Calascio e ci spiega “non è solo il luogo dove è stato girato il noto film Lady Hawke, che prende probabilmente il nome dalla presenza di numerosi falchi che lo popolano (Hawke in inglese significa falco) e Conan Il Barbaro, ma vi è anche di più: leggende popolari trasmesse di generazione in generazione in un suggestivo panorama a ridosso della catena del Gran Sasso”.

Ciò che più colpisce è sicuramente la struttura di un castello dalle antiche vestigia e dal magnetico fascino medievale che si arrocca su una rupe, mostrando alcuni degli esempi più caratteristici di abitazioni patrizie, con gallerie, accessi nascosti e gallerie interne che ricordano spiega Angelo “dei veri e propri passaggi segreti all’aperto. La struttura del castello appare imponente sulla cima del monte, mostrando le sue chiare funzioni militari e difensive”. Esso, infatti, apparteneva, in passato, all’antica Baronia di Carapelle, sotto il dominio dei Piccolomini tant’è che, secondo gli studi fatti dal membro dell’E.P.A.S.  “ esiste un documento del 1380 che cita per la prima volta Rocca Balascio parlandone come di una torre di avvistamento isolata. Ben si sa, però, che la costruzione della torre risale almeno intorno all'anno 1000, se non addirittura all'epoca romana”.

Per raggiungere il castello la strada è molto impervia, bisogna arrampicarsi verso la vetta del monte dove si possono osservare ammassi di pietra bianca, resti dell’antica struttura del castello che si stagliano prepotentemente, mentre entrando nella torretta del castello e salendo i gradini in pietra, è possibile ammirare un panorama mozzafiato. Elemento comunicatore tra le due aree è un ponticello in legno, un tempo retrattile.

Ma sicuramente il mistero da sempre circonda questa zona dell’Abbruzzo, tant’è che di Rocca Calascio ne parla anche Estella Canziani, una viaggiatrice inglese che in visita in Abruzzo nel 1914, rimase molto colpita dal fatto che “le contadine dalla carnagione bruna, di questa zona di montagna hanno gli orecchini e i gioielli più sfarzosi che mai. Quasi tutte indossano collane di stelline d’oro con filigrane e catene, anelli d’oro e smalto di svariate fogge, ciondoli di topazi, brillanti o pietre artificiali”. La stessa, sottolinea Angelo, non sapeva “che il gioiello era considerato come una vera e propria opera d’arte, che aveva una doppia valenza: estetica e magica, pragmatica ed apotropaica. La collana, pesante e fastosa, posta sul petto della donna, serviva a salvaguardare il suo cuore, centro vitale e dimora dell’anima. Gli orecchini, scintillanti e tintinnanti, avevano la funzione di difendere la donna inerme e indifesa dall’attacco di oscure forze maligne e demoniache. Persino le pietre incastonate nei gioielli erano simboli precisi con significati mirati, quali, quello contro il malocchio”.


L’Abruzzo sembra essere un luogo dall’aspetto misterico e quasi fiabesco che ci permetterà nei prossimi giorni grazie agli studi e alle indagini portate a termine dall’E.P.A.S. di conoscere altri meravigliosi luoghi.

G.M.

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