Foto di Angelo Locati |
Prosegue il viaggio dei
membri dell’E.P.A.S. (European
Paranormal Activity Society) alla scoperta di leggende e luoghi
misteriosi per farci conoscere una Italia misteriosa di cui pochi conoscono
l’esistenza. Come più volte spiegato dal Presidente internazionale Massimiliano Maresca, “l’Associazione
non si occupa solo dei fenomeni paranormali ma anche di riportare alla luce
tradizioni e racconti popolari”.
Il Presidente provinciale di Monza e Brianza, Angelo
Locati, membro internazionale del gruppo si è recato a Rocca Calascio e ci
spiega “non è solo il luogo dove è stato girato il noto film Lady Hawke, che
prende probabilmente il nome dalla presenza di numerosi falchi che lo popolano (Hawke
in inglese significa falco) e Conan Il Barbaro, ma vi è anche di più: leggende
popolari trasmesse di generazione in generazione in un suggestivo panorama a
ridosso della catena del Gran Sasso”.
Ciò che più colpisce è
sicuramente la struttura di un castello dalle antiche vestigia e dal magnetico
fascino medievale che si arrocca su una rupe, mostrando alcuni degli esempi più
caratteristici di abitazioni patrizie, con gallerie, accessi nascosti e
gallerie interne che ricordano spiega Angelo “dei veri e propri passaggi
segreti all’aperto. La struttura del castello appare imponente sulla cima del
monte, mostrando le sue chiare funzioni militari e difensive”. Esso, infatti,
apparteneva, in passato, all’antica Baronia di Carapelle, sotto il dominio dei
Piccolomini tant’è che, secondo gli studi fatti dal membro dell’E.P.A.S. “ esiste un documento del 1380 che cita per la
prima volta Rocca Balascio parlandone come di una torre di avvistamento
isolata. Ben si sa, però, che la costruzione della torre risale almeno intorno
all'anno 1000, se non addirittura all'epoca romana”.
Per raggiungere il
castello la strada è molto impervia, bisogna arrampicarsi verso la vetta del
monte dove si possono osservare ammassi di pietra bianca, resti dell’antica
struttura del castello che si stagliano prepotentemente, mentre entrando nella
torretta del castello e salendo i gradini in pietra, è possibile ammirare un
panorama mozzafiato. Elemento comunicatore tra le due aree è un ponticello in
legno, un tempo retrattile.
Ma sicuramente il mistero
da sempre circonda questa zona dell’Abbruzzo, tant’è che di Rocca Calascio ne
parla anche Estella Canziani, una viaggiatrice inglese che in visita in Abruzzo
nel 1914, rimase molto colpita dal fatto che “le contadine dalla carnagione
bruna, di questa zona di montagna hanno gli orecchini e i gioielli più sfarzosi
che mai. Quasi tutte indossano collane di stelline d’oro con filigrane e
catene, anelli d’oro e smalto di svariate fogge, ciondoli di topazi, brillanti
o pietre artificiali”. La stessa, sottolinea Angelo, non sapeva “che il gioiello
era considerato come una vera e propria opera d’arte, che aveva una doppia
valenza: estetica e magica, pragmatica ed apotropaica. La collana, pesante e
fastosa, posta sul petto della donna, serviva a salvaguardare il suo cuore,
centro vitale e dimora dell’anima. Gli orecchini, scintillanti e tintinnanti,
avevano la funzione di difendere la donna inerme e indifesa dall’attacco di
oscure forze maligne e demoniache. Persino le pietre incastonate nei gioielli
erano simboli precisi con significati mirati, quali, quello contro il malocchio”.
L’Abruzzo sembra essere
un luogo dall’aspetto misterico e quasi fiabesco che ci permetterà nei prossimi
giorni grazie agli studi e alle indagini portate a termine dall’E.P.A.S. di
conoscere altri meravigliosi luoghi.
G.M.
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