Mantenere nella propria mente punti di vista multipli
Mantenere nella propria
mente punti di vista multipli di molti oggetti differenti durante un esteso
periodo di pratica con un procedimento come quello decritto nell’Esercizio #5a
può risultare in un segno di riconoscimento della Traccia del Tempo lineare
come se si trattasse di un’illusione.
La risoluzione di questa
illusione è stata chiamata "time-breaking"
(rottura del tempo). Questo potrebbe rivelarsi come non essere il miglior
effetto possibile.
In ogni caso, alla fine
dell’ultimo capitolo ci siamo posti la domanda di quel che accadrebbe se
l’Esercizio #5a venisse trasferito nella “dimensione” tempo.
L’Esercizio 6a ci dà un possibile setup: Concentrati su due
ticchettii consecutivi di un orologio rumoroso (ignorando quel che accade tra i
ticchettii), o …
Esercizio #6b: Focalizzati sull’attuale respiro (inalando o
esalando) mentre, proprio allo stesso tempo, ricordi uno o più di quelli
precedenti e, nuovamente, ignorando quel che accade di mezzo.
Il fenomeno che può aver
luogo è la visione contemplativa di quel che viene chiamato “spazio
illimitato”. Questo è simile in modo curioso al risultato finale dell’Esercizio
#5a, il cosiddetto effetto "time-breaking" e perciò lo potremmo
chiamare effetto "space-breaking" (frattura spaziale).
Questa è la prima delle
“visioni superiori” nelle tecniche originali di Gautama Siddharta, ora
popolarizzate in varie forme come "Buddhismo".
Queste visioni vengono di
solito ottenute dopo lunghi periodi di esercizi e in combinazione con la
coltivazione di emozioni e attitudini positive. Ogni scorciatoia produce la
possibilità del “muoversi troppo velocemente” per la propria sicurezza. Se il
potere personale individuale è stato aumentato senza un aumento nell’integrità
personale, si corre il pericolo che la persona danneggi se stessa o altri. La
persona di solito si ferma prima che venga fatto troppo danno e alcuni dei
prossimi esercizi sono d’aiuto per risolvere questi problemi.
Viene spesso asserito che
i procedimenti sui punti di vista multipli (inclusi i procedimenti uditivi come
la tecnologia Monroe “HemiSync”), siano
solo stimolazioni del lato psicologico del cervello in un modo che causa certe
“illusioni mentali”.
Mentre questo può,
ovviamente, accadere, la disputa stessa è limitata a una visuale piuttosto
ristretta e meccanicistica del mondo. Qui c’è un’analogia per dimostrare questa
visuale in un differente contesto:
- Ogni volta che qualcuno chiama Joe, il telefono suona.
- Se la cornetta del telefono viene alzato quando non sta
suonando, sembra che non ci sia nessuno là con cui parlare.
Ora Joe potrebbe arrivare
alla seguente opinione se non la dovesse di già conoscere:
- Il suono del telefono è una chiamata perché appaia
qualcun altro.
In breve, Joe potrebbe
vedere il suono del telefono in primo luogo come la CAUSA della comunicazione e
NON come un effetto collaterale di un’azione entro un più vasto contesto.
O, in altre parole, se una
certa parte del cervello è stata attivata durante una visione, sarebbe un punto
di vista piuttosto limitato postulare che sia “solo il cervello” che sta
causando l’apparizione di quella visione e ignorare che potrebbe star avendo
luogo un processo che, come effetto collaterale, fa in modo che alcune parti
del cervello siano più attive.
Per esempio, postulare
effetti della “sincronizzazione degli emisferi del cervello”, uno dei termini
favoriti da un po’ di tempo in qua, non spiega in nessun modo proprio come una sincronizzazione migliorerebbe
la funzionalità cerebrale.
Se il cervello viene visto
come un gigantesco e complesso computer, ogni “sincronizzazione” SPRECHEREBBE
risorse e “potere cerebrale” allo stesso modo in cui un sistema NT a processore
duale perderebbe potere computazionale se uno dei chip facesse esattamente la
stessa cosa che sta di già facendo un altro.
Allo stesso modo, la forse
più intrigante e potente tecnica nell’applicare i meccanismi del cervello, la teoria
del far scattare l’amigdala di T.D.Lingo che presto presenteremo ai lettori
di Più News, potrebbe e di fatto
uscirebbe dal ristretto contesto de “il cervello è ovunque”.
Allora l’amigdala potrebbe
essere vista come un interruttore cruciale nell’operazione di un Essere che usa il cervello per raggiungere
obiettivi e ottenere sensazioni e percezioni.
Perdita di comprensione e controllo dell’interruttore centrale
del corpo, il cervello, può perciò risultare in una condizione d’intrappolamento
per lo stesso Essere.
Questa visuale restaura il
più ampio contesto e rende la “tecnica dello far scattare l’amigdala” in tutto e
per tutto la più potente. Ristabilire una più vasta struttura di riferimento è
anche l’obiettivo di quanto segue:
Esercizio #6c: Osserva le proporzioni fisiche del corpo in
relazione alla stanza in cui ti trovi. Il corpo ora appare essere “piccolo” in
comparazione ad altri, più grandi oggetti. Procedere col comparare la sua
dimensione alla casa, città, stato, paese, pianeta, stella, galassia, Universo
in cui si sta vivendo.
Un altro potente
procedimento è di comparare liste di identità:
Esercizio #6d: Vedere il proprio corpo come un corpo all’interno
del gruppo che costituisce la propria famiglia. Procedere col vederlo come un
corpo entro il gruppo che occupa la casa, città, stato, paese, pianeta, etc.
La visuale del #6d appare
solo come “umiliante” dalla prospettiva del corpo. Per l’Essere, essa restaura
un più vasto contesto per la valutazione del “gioco della vita” e può essere
tremendamente potenziante.
Ricapitoliamo ora gli strumenti a disposizione che sono stati
presentati qui con lo scopo del “Filo Diretto con la Percezione Remota”:
Sviluppare abilità usando gli esercizi svilupperà le abilità
di :
- sfrecciare dentro e
fuori dimensioni spaziali;
- costruire strutture
temporali da osservare;
- visualizzare singole
identità entro più grandi gruppi;
- seguire un continuo
flusso d’azione, evitando di “saltellare intorno”;
- affrontare l’“abisso”
tra i domini della vita senza restarne ipnotizzati;
- usare mezzi di
percezione oltre la testa del proprio corpo;
- creare, utilizzare e
mantenere punti vista multipli;
- valutare la tipologia
della propria attuale percezione, liberandosi dalle invalidazioni
dell’attuale propria percezione da parte di altri.
Tutte queste abilità sono
innate nell’Essere. E’ più una questione di restaurare queste abilità di base
che imparare qualcosa di radicalmente “nuovo”. In un certo senso, tanto per
cominciare non c’è niente di “nuovo” in questo Universo. Ogni cosa che può
accadere, è di già accaduta. E’ il processo della “rivalutazione dopo la ri-esperienza”
che rende la vita ancora interessante in molti modi.
L’auto-invalidazione è il killer, la paura è una conseguenza
dell’auto-invalidazione.
Le persone spendono molto
tempo e sforzi per imparare uno strumento musicale o per perfezionare i loro
talenti nel giocare a un certo gioco. La condivisione dei propri progressivi
talenti è una sfida a premi e le validazioni di altri stanno stimolando un
continuo conflitto di perfezione.
Quando arriva ad abilità
psichiche e mentali, la validazione degli altri è piuttosto limitata, ma le
invalidazioni abbondano.
Nel corso della propria
vita, ogni persona intorno è stata invalidata pesantemente e da un tempo molto
lungo, risultando in una generale forte tendenza ad auto-invalidarsi in ogni
possibile situazione.
Disfare questa tendenza
all’auto-invalidazione senza perdersi in elucubrazioni, è la più dura sfida che
una persona possa affrontare.
E’ questo disfarsi
dell’impulso cronico di “trasformarsi in __” che sta rendendo un Essere di
nuovo libero.
Myriamdrako
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