Terza Parte. Entrare Nell'Abisso
Gli Esseri, avendo perso i
ricordi della loro origine e tuttavia, paradossalmente, desiderando allo stesso
tempo il loro ritorno, si attaccheranno a ogni cosa che li aiuterà a creare
l’illusione di una “casa”.
Eviteranno, ignoreranno,
rifiuteranno e rigetteranno ogni cosa che ha il potenziale di generare anche un
sottile ricordo che potrebbe mostrare che la loro attuale e perpetuamente
creata illusione di “casa” è niente di più di una prigione auto-costruita, una
rete di ridicole bugie, un castello di carte che cadrà a pezzi al più leggero
colpo dato alle sue fondamenta.
In questa remota parte
della Via Lattea, molti Esseri trovano le loro case artificiali in mammiferi
bipedi con una durata di vita piuttosto breve di, raramente, più di un
centinaio di anni terrestri. Equipaggiato con due lenti frontali e due camere
di risonanza laterali, l’organismo del mammifero fornisce sufficienti segnali
visivi e uditivi da permettere un rudimentale orientamento spaziale nel suo più
immediato ambiente locale. Nonostante i limiti e le restrizioni della percezione,
attraverso i corpi umanoidi si offre loro i confini di una “casa placebo”, ma l’innaturale
piccolo focus del mammifero diventa per molti qualcosa di irritante ed essi
iniziano a guardasi intorno alla ricerca di modi per trascendere queste
limitazioni.
Essendo profondamente
terrorizzati dal guardare troppo da vicino l’esatto meccanismo delle
percezioni, poiché ciò potrebbe ricordare loro la perdita della loro “casa”
originaria, estendono piuttosto marginalmente le abilità dei loro corpi
mammiferi con stratagemmi meccanici, ottici e, recentemente, elettronici.
Per esempio, se ogni tanto
uno di questi Esseri guarda attraverso i due occhi del mammifero che si
arrampica sul fianco di una montagna, si mantiene là freneticamente e potrebbe
concludere di “essere” sul pendio di una montagna. Per guardare fuori dal
vertice della montagna, tutto quello che l’Essere dovrebbe fare è di guardare
fuori dal vertice della montagna.
Ma, NOOOO!, l’Essere è
così ipnotizzato dagli strumenti di visione del mammifero che è profondamente
convinto di non poter avere un’altra percezione concorrente a quella del
mammifero.
Per di più, non vorrebbe
liberarsi del mammifero, al fine di dare un’occhiata dalla sommità della
montagna, perché questo, ovviamente, frantumerebbe la sua illusione della sua
attuale identità. Ancor peggio, un altro Essere potrebbe strappargli con
violenza quel corpo nel breve momento in cui non è incollato ad esso. Che
pensiero micidiale!!!
L’ovvia ( ! ! ? ? ?)
soluzione è questa: spostare il corpo del mammifero sulla sommità della
montagna e poi guardare il paesaggio attraverso i suoi due occhi. Non scordate
mai che questa è una vera noia, letteralmente, specialmente perché il corpo
deve essere riportato indietro alla sua “casa” privata giù nella valle per
unirsi al gruppo degli altri mammiferi.
Più recentemente, l’idea è
di costruire sistemi di specchi, lenti e dispositivi per ripetizioni
automatiche di immagini, per trasmettere una copia visiva della vista originale
dalla sommità della montagna direttamente di fronte al corpo del mammifero dove
può poi in sicurezza fissare una copia in 2D di cattiva qualità dai suoi occhi.
Ora, se non fosse
sufficiente, cosa accade se un Essere mette insieme tutto il suo coraggio, dice
a se stesso “all’inferno tutto questo” e inizia a GUARDARE senza gli occhi del
mammifero?
La visione di un mammifero
è un riflesso di una minuscola scheggia dell’informazione che è là fuori e che
potrebbe essere percepita. E’ come un sintonizzatore radio che è bloccato in
una posizione, che obbliga l’Essere ad ascoltare proprio soltanto una stazione.
Con un ingegnoso trucco della sua mente, l’Essere convince se stesso che questa
posizione sul sintonizzatore radio è l’unica che riceve ogni stazione e, per
giustificare la sua folle decisione, l’Essere combatterà ogni altra opinione a
ogni possibile livello. Se necessario, l’Essere può anche dirigere il suo
mammifero a fracassare la testa di un altro mammifero.
Ora, se l’Essere sta accendendo
il suo sintonizzatore radio delle sue percezioni, può accadere che la nuova
informazione sia così schiacciante da farglielo velocemente abbandonare per
trovare ancora conforto nella bloccata, ma familiare, posizione del
sintonizzatore. Le diverse “stazioni radio” sono un’analogia con i differenti
“domini di percezione”. Questi non sono solo differenti fonti di informazioni
simili, così come le canzoni della stazione radio "Classic Rock" sono
minimamente differenti da quelle della stazione “Rock degli anni ‘60”, no, loro
sono molto più distanti di quanto lo siano l’“opera” e “Oprah”.
Quel che è peggio, c’è un
irritante vuoto tra le stazioni o domini di percezione. Prima che possa essere
ricevuta la percezione di un altro dominio, deve essere attraversato questo
terribile vuoto sul sintonizzatore. Questa circostanza era apparentemente
conosciuta da lungo tempo nella storia umana. La parola Latina per questo buco
era “Chaos”, derivata dal termine Greco Classico "chainein"
(“sbadigliare, restare a bocca aperta”).
In una deformazione
semantica che porta uno a meravigliarsi dello sviluppo delle abilità umane
nell’ultimo millennio, caos ora sta
per “confusione” e “disordine”. Tuttavia, originariamente si riferiva solamente
al vuoto del buco tra i domini della vita e, conseguentemente, tra i domini
della percezione.
Ora, un sacco di persone
intelligenti lo hanno trasformato in uno sport. Guardano il “vuoto”, il
“nulla”, la “vuotezza”, solo per divertimento. Alcuni vanno anche oltre e
proclamano che questa è la “vera natura” degli Esseri, uno scherzo terribile,
ecco cos’è. Per amore dell’autostima di certo non ammettono che questa sia una
loro creazione mentale e dichiarano che essa è la miracolosa rivelazione di un
super-uomo come "Buddha", nella totale indifferenza della prolungata confutazione di questa dichiarazione
“vera” da parte di Gautamo Siddharta ai suoi tempi.
Sembra certo, tuttavia,
che il “caos” o “abisso” tra le stazioni radio dell’Universo debba in qualche
modo essere attraversato.
In aggiunta alla
spaventosa prospettiva del “nulla”, c’è alla fine in arrivo un altro fenomeno,
molto vicino all’attuale concetto di caos: se il sintonizzatore esce dal vuoto
ed entra nella gamma di frequenza di una “stazione”, appena prima della
corretta sintonizzazione del dominio selezionato il segnale è molto distorto.
Ora là c’è vero disordine, movimenti casuali, perdita di punti di riferimento
stabili, confusione.
All’Essere non piace
restare paralizzato dagli stati in disordine poiché li considera alla pari del
demonio. I margini del dominio sono perciò il problema minore rispetto
l’effetto potenzialmente ipnotico del “nulla”, il “caos” nel suo senso
originario.
Affondiamo allora nell’abisso, spingiamoci nel caos per
attraversare gli altri domini, nuotiamo attraverso l’abisso.
Ma quale per primo? La
tendenza naturale degli Esseri è di espandere le proprie percezioni e la propria
sfera d’influenza. Dopo la loro caduta, hanno cercato così a lungo e così
strenuamente, da essere ora profondamente convinti di non poter raggiungere le
stelle.
Tuttavia, è più facile
prendere una nuova strada e questo è il Terzo Esercizio del “Filo Diretto con
la Percezione Remota”:
“Vedi il tuo corpo (il mammifero bipede) crescere sempre più
grande, dalle dimensioni della stanza alle dimensioni di un grattacielo, alle
dimensioni della Terra, alle dimensioni della Via Lattea”.
A un certo punto di questo
esercizio, può sorgere una sensazione di fluttuare con pezzi che si spostano da
sinistra a destra, non dissimile dalla scena d’apertura di un episodio di Star
Trek. Questo viene chiamato “entrata
nell’abisso”.
Se l’espansione della
dimensione del proprio corpo viene mantenuta sufficientemente a lungo, si può
risalire alla superficie “sull’altro lato”: il vuoto diventa il tutt’uno.
Se l’espansione viene ridotta, sorge la possibilità di sfrecciare o
sintonizzarsi in un altro dominio.
Per quanto sopra, diventa
chiaro che l’approccio al raggiungimento della Vista Remota o “Percezione Remota” come qui descritto, è assai
differente dalle altre tecniche che vanno sotto la stessa denominazione. Per
esempio, le tecniche del Far Sight
Institute (www.farsight.org) usano un altro dominio della natura, il “raduno
di entità Phi”, come viene qualche volta chiamato, per scavare un passaggio
verso un’altra località della stessa realtà in cui l’“osservatore” è
localizzato. In altre parole, l’“osservatore” non vede, direttamente, ma
dipende invece dai pacchetti d’informazione che vengono trasportati attraverso
un altro dominio da Esseri di un altro dominio.
Per eliminare una
confusione tra i due approcci, le tecniche descritte qui sono state denominate Filo Diretto con la Percezione Remota
invece che proprio solo Vista Remota.
Mentre ci si impegna nel
vedere degli altri tipi d’approccio, l’osservatore incontrerà fenomeni di
entrambi. Per esempio, chi si tuffa nell’abisso incontrerà prima o poi l’utile
aiuto del dominio Phi. E l’esperto in tunnel nei domini può inavvertitamente
trovarsi a colpire un differente dominio o una percezione parallela.
Equipaggiati con le esperienze
derivanti dai primi esercizi, saremo in grado di impegnarci nel rientrare in
possesso delle percezioni da eventi spaziali paralleli e remoti entro il nostro
attuale dominio selezionato, l’affascinante mondo dei mammiferi bipedi
conosciuti come Umani.
Questo poi sarà il quarto
capitolo degli Esercizi del Filo Diretto
con la Percezione Remota.
Fino ad allora, felice
vista remota!
Myriamdrako
Nessun commento:
Posta un commento